Fino al 28 maggio alla Fondazione Beyeler

di Augusto Orsi

“Nessuno ha avuto un’esistenza più invidiabile di Claude Monet, egli incarna l’arte nella propria carne vivendo in essa e per essa, una vita di lavoro incessante, rude e anche dolorosa, come quella di tutti i creatori” Octave Mirbeau.

La Fondazione Beyeler di Basilea (Riehen) festeggia il suo ventesimo anniversario con una grande mostra dedicata a Claude Monet. Fino al 28 maggio si possono ammirare 62 capolavori del grande maestro dell’Impressionismo: paesaggi mediterranei, ninfee, cattedrali, la Senna dipinta in tutte le stagioni e i ponti avvolti dalla nebbia. Luci e colori che inondano le sale del museo grazie alla maestria del grande pittore francese.
Fin dai primi giorni l’affluenza è stata notevole. Monet per la sua rinomanza e Beyeler per l’importanza delle mostre che presenta attirano sempre molti visitatori.
Le opere in mostra nelle 6 sale del complesso espositivo ideato 20 anni fa dall’architetto Renzo Piano provengono dalla collezione della Fondazione Beyeler e dai maggiori musei del mondo come il Musée d’Orsay di Parigi, il Metropolitan Museum di New York e l’Art Institute di Chicago, 15 dipinti provengono da collezioni private e sono stati raramente esposti.

Il percorso espositivo inizia con una sala dedicata ai dipinti che raffigurano La Senna e alle sue innumerevoli e variegate interpretazioni, si prosegue con la sala consacrata agli alberi: le loro forme e le loro ombre proiettate sono sempre ricorrenti nei dipinti dell’artista. Diverse tele riproducono le coste della Normandia e la Belle-Île con le suggestioni magiche della luce sul mare per il quale l’artista andava pazzo. Affascina la sequenza della casupola di un doganiere poggiata su una scogliera e colta in prospettive e condizioni di luce sempre diverse: a volte sotto un sole accecante, a volte in ombra. Vista da vicino, l'ombra sembra frammentata in una miriade di colori.
Dai quadri che rendono le atmosfere mattutine sulla Senna invece emana una quiete contemplativa: il soggetto dipinto viene ripetuto come riflesso dipinto, in modo tale che i confini tra la realtà e la sua immagine riflessa sembrano dissolversi nella nebbia che sale. Il motivo si rispecchia interamente nell'acqua. Appare incerto cosa sia sopra e cosa sotto nel quadro, che si potrebbe anche appendere capovolto. In queste tele Monet non si accontenta di riprodurre il variare della luce dal giorno alla notte, ma raffigura anche il costante confluire di due corsi d'acqua.

Una sezione invece è dedicata a Londra, città in cui l’artista si rifugiò durante la guerra franco-prussiana del 1870-71. Al suo ritorno a Londra dipinse le celebri vedute dei ponti di Waterloo e di Charing Cross. La mostra si conclude con le Ninfee negli stagni del giardino di Monet a Giverny, che dipinse tra il 1909 e il 1926, anno della sua morte. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo.

Uno stile nuovo

Monet è il pittore che ha creato uno stile nuovo che è un ponte tra la pittura chiara, trasparente e l’astratto. È dal pittore di Honfleur (Normandia) Eugène Boudin, maestro della pittura “de plein air”, incontrato all’età di 16 anni, che apprende il disegno e ad osservare la natura. Durante tutta la sua vita d’artista Monet cerca di fissare sulla tela le condizioni effimere della realtà, le variazioni della luce e la loro influenza sui colori. In molte delle sue opere la luce diventa l’unico oggetto della tela. Ad eccezione di “En Norvégienne” dove dipinge in modo coloristicamente magistrale tre grazie in barca Germaine, Suzanne e Blanche Hoschedé, i personaggi dipinti sono rari e mai in pimo piano in quanto dal 1887 aveva rinunciato ai ritratti per dedicarsi ai paesaggi e alle vedute esaltati nella magnifica esposizione celebrativa del ventennale.

Trascurato dai collezionisti


In Svizzera, Monet fu a lungo trascurato dai collezionisti. Solo nel 1937 l’industriale Emil Bührle di Basilea diventò uno dei suoi primi e più importanti acquirenti elvetici. Nel 1977 poi Ernst Beyeler acquistò uno splendido trittico di Ninfee dove le forme si diluiscono in colore e luce: oggi, insieme ad altre, una delle attrazioni dell’esposizione, esaltando col loro splendore la grandezza coloristica di Monet.
Il suo dipingere e le sue stupende ninfee sono legate a Giverny, luogo magico per la sua creatività e per la sua arte. Nel 1883, Monet va a vivere a Giverny alle porte della Normandia (75 chilometri da Parigi). Compra un vasto appezzamento di terra e nel 1890 comincia a costruire un giardino acquatico e proprio in questo luogo, che soddisfa le sue passioni pittoriche, realizza la decorazione della sua abitazione e crea les Nymphéas 22 grandi pannelli di spettacolari ninfee. Vendute allo stato francese, questi le colloca in esposizione permanente all’Orangerie. Claude Monet, patriarca delle arti plastiche francesi, muore al culmine della sua gloria il 17 maggio 1926 e viene sepolto a Giverny.
Storicamente, la più importante esposizione di Claude Monet fu quella del Grand Palais del 2010, in Svizzera invece quella alla Fondation Gianada di Martigny nel 2011 Monet au Musée Marmottan et dans les collections suisses, che oltre a 70 splendidi dipinti dava spazio alle famose stampe giapponesi.

La super esposizione parigina allineava in 260 opere Tout Monet. Vi erano i capolavori delle serie Les Meules, les Peupliers, les Cathédrales, e l’apoteosi visiva delle Ninphéas, ma anche tele raramente esposte quali: Nature morte au melon, Glycine, La gare Saint-Lazare à l’extérieur. Vista la grande affluenza di pubblico, 7000 visitatori in media ogni giorno, il Grand Palais aveva deciso che la mostra restasse aperta per 84 ore di fila nei suoi ultimi 3 giorni facendo sì che alla fine del periodo espositivo Monet, con 913mila visitatori, superasse il primato realizzato da Picasso et les Maîtres che l’anno precedente aveva visto 783mila entrate.
Quell’esposizione di sessant’anni di creatività e di libertà è la lezione che questo genio della pittura universale ci ha dato e ci dà ancora oggi attraverso le sue opere.

Orari d’apertura:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00.
Mercoledì fino alle 20.00
www.fondationbeyeler.ch
Fondation Beyeler, Beyeler Museum AG, Baselstrasse 77, CH-4125 Riehen