Una nuova legge elettorale, di non immediata comprensione, grandi proclami e sorprendenti promesse. Con un’unica certezza: quella di avere dubbi. Grossi e quanto pare condivisi: sulla possibilità di avere un governo stabile all’indomani della votazione.
Malgrado ciò si vota. Per gli italiani all’estero non cambia nulla: si vota per corrispondenza, con il solito corollario di accuse di brogli pre e post elettorali, con un sistema puramente proporzionale e la libertà di esprimere preferenze.
La prima riunione delle Camere avrà luogo il giorno 23 marzo 2018.
In Lombardia e Lazio si vota anche per le elezioni regionali.


Il voto degli italiani all’estero
Secondo l’ultima rilevazione del ministero degli interni (datata giugno 2017) gli elettori residenti all’estero sono in totale 4.261.313, di cui 2.213.822 uomini e 2.047.491 donne. Eleggono 12 deputati e 6 senatori. La circoscrizione Estero comprende tutti gli stati e i territori riconosciuti dal Governo italiano raggruppati in quattro suddivisioni geografiche:
1. Ripartizione Europa, che include anche la Federazione russa, la Turchia e Cipro. Elegge cinque deputati e due senatori.
2. Ripartizione America meridionale. Elegge quattro deputati e due senatori.
3. Ripartizione America settentrionale e centrale. Elegge due deputati e un senatore.
4. Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide. Elegge un deputato e un senatore.
Diversamente da quanto avviene in Italia, il voto dei cittadini residenti all’estero si basa su un sistema proporzionale puro che prevede l’espressione delle preferenze dei candidati.
Oltre agli italiani stabilmente residenti all’estero (iscritti all’AIRE) può votare anche chi si trova temporaneamente all’estero, per almeno 3 mesi, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, cha abbiano presentato apposita richiesta al proprio Comune entro il 31 gennaio 2018. Lo stesso vale per i familiari conviventi all’estero.
Il voto avviene per corrispondenza. Non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione, ossia del 6 febbraio, il ministero dell’Interno dovrà consegnare al ministero degli Esteri i modelli delle schede elettorali, che verranno poi stampate dalle rappresentanze diplomatiche e consolari e spedite agli elettori della circoscrizione estero. La legge n. 459/2001 prevede che gli uffici consolari debbano spedire i plichi «con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità».
I plichi devono essere spediti non oltre 18 giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, cioè non oltre il 14 febbraio. Nel plico gli elettori all’estero troveranno il certificato elettorale; le schede e la relativa busta piccola, e una busta grande affrancata con stampato l’indirizzo dell’ufficio consolare competente; un foglio esplicativo delle modalità di voto.
Gli elettori che entro il 18 febbraio non abbiano ancora ricevuto il plico potranno contattare il proprio ufficio consolare per ottenere il duplicato.
Le schede votate dagli elettori all’estero devono pervenire entro le ore 16°° del 1° marzo agli uffici consolari, che a loro volta li spediscono in Italia mediante la cosiddetta «valigia diplomatica accompagnata». I plichi arrivati in Italia vengono poi presi in consegna dall’ufficio centrale per la circoscrizione estero, istituito presso la Corte d’appello di Roma, dove verranno aperti e scrutinati.
Le operazioni di scrutinio dei voti degli italiani all’estero iniziano alle 23 di domenica 4 marzo.

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Come si vota per corrispondenza?