Davanti a un pubblico numeroso e attento, con ironia e un buon italiano, Doris Leuthard ha difeso il servizio pubblico radiotelevisivo contro gli attacchi dei sostenitori di NoBillag. Nel corso di un dibattito svoltosi al Palazzo dei Congressi di Lugano il primo febbraio al termine dell'assemblea della CORSI, la consigliera federale ha ribadito che il servizio pubblico radiotelevisivo è fondamentale per la democrazia elvetica. "È un elemento importante di questo Paese. Allo stesso modo, mi batto per il trasporto pubblico regionale: senza questa solidarietà non sarebbe più la Svizzera".
Di fronte a chi contesta gli alti costi della nostra televisione, rispetto a quelle di altri Paesi, Doris Leuthard ha risposto con una battuta, applaudita dal pubblico: "si possono diminuire i costi: se volete la televisione solo in tedesco è sicuramente possibile!". E ha poi spiegato: "la parte italofona paga il 4% del canone ma riceve il 22% per fare programmi in italiano. L’accesso di tutte le minoranze linguistiche all’informazione rafforza la coesione: la ricchezza di culture, di lingue è importante: non sarebbe più la Svizzera! Le ricette commerciali non funzionano. A chi dice che lo può fare il settore privato chiedo: avete ancora visto Miss Svizzera? Qualche anno fa, la SSR voleva affidare il concorso di Miss Svizzera ai privati, ma nessuno si è fatto avanti. Lo stesso vale per i Campionati di sci in Svizzera: non abbiamo ricevuto nessuna offerta, troppo caro!". Il mercato è troppo piccolo, soprattutto per un paese con quattro lingue nazionali come il nostro.
A chi contesta l’obbligatorietà del pagamento di un canone per un servizio che non usa, la Leuthard ha fatto un esempio partendo da un altro servizio pubblico. "Prendiamo i trasporti – ha spiegato - senza le infrastrutture, non sarebbe possibile un accesso per tutte le regioni. Per questo motivo, paghiamo insieme queste infrastrutture, come la seconda galleria del San Gottardo. Lo stesso vale per le scuole, i trasporti regionali e anche l’informazione".
Infine, a chi afferma che siamo di fronte a uno "tsunami tecnologico" e che tutto sta cambiando, la Leuthard ha risposto che "anche se cambiamo i mezzi, la tecnologia non fa la differenza: qualcuno deve produrlo lo stesso, nessuno fornisce contenuti gratis!".