Sulla lettura abbiamo un ritardo da colmare, dice il ministro Franceschini: il settore va sostenuto anche con risorse pubbliche. Maroni e Sala: tra Milano e Torino nessuna rivalità, ma una sana competizione

“È importante che l’Italia lavori sulla promozione del libro e della lettura. Abbiamo un ritardo da colmare. Penso che si debba fare davvero in lavoro insieme. Il pubblico, le istituzioni, il centro per il libro e la lettura con il ministero, gli editori, gli autori, le biblioteche, le librerie. Ognuno deve fare la propria parte”. A dichiararlo il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini all’inaugurazione della prima edizione della fiera Tempo di Libri in programma a Milano Rho da oggi fino al 23 aprile.
“Se il libro è importante per la crescita culturale del Paese, perché lo Stato aiuta il cinema, lo spettacolo dal vivo e non le case editrici?”, ha spiegato ancora il ministro lanciando l’idea di dare un sostegno pubblico al settore dei libri. “Il settore del libro va sostenuto da risorse pubbliche. Per esempio per le esportazioni dei titoli italiani. Pensiamoci. L’obiettivo è creare più lettori” ha spiegato.
“Continuo a pensare che sia possibile in una forma di collaborazione integrata, ma lo vedremo dopo aver visitato i due Saloni”, ha detto Franceschini interpellato ancora sulle divisioni che hanno portato alla creazione della manifestazione milanese che si affianca al Salone di Torino. “Non è una competizione” ha ribadito il ministro.

Sulle tensioni tra le due città si è espresso anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. “Non c’è divisione tra Milano e Torino ma al contrario credo ci sia una sana competizione”. “D’altronde la scelta” di realizzare un evento sull’editoria a Milano “l’ha fatta l’associazione degli editori e non è stata una scelta fatta dalla politica – ha aggiunto -. Quindi che a questo punto ci sia una sana competizione. La presenza de ministro Franceschini qui dopo le polemiche lo dimostra”. Quella di Tempo di libri “è un’altra medaglia che ci appendiamo sulla giacca”, ha detto poi il governatore lombardo. “D’altronde la Lombardia è la regione che ha il 20 per cento di tutte le case editrici italiane ed è la regione dove si legge di più”, ha concluso definendo Milano “la città del futuro”.
“Credo che anche loro faranno un buon lavoro quest’anno, poi più avanti si vedrà”, ha detto invece il sindaco Giuseppe Sala, ribadendo che con il capoluogo piemontese “non c’é rivalità, con il sindaco Chiara Appendino ci sentiamo spesso. Le collaborazioni tra le città vanno avanti e si basano su tanti aspetti”. Sala ha espresso la sua speranza che l’iniziativa milanese sia in grado di eguagliare i numeri di quella torinese: “Ma soprattutto quello che interessa a me è che ci sia tanta gente in città oltre che in fiera, perché il nostro format è questo, fiera e fuori salone”, ha detto ancora. Un evento come Tempo di libri “conferma che Milano è il territorio delle connessioni, dove tutti riescono a lavorare insieme in modo virtuoso – ha concluso. Questa è una iniziativa che ci voleva, funzionerà sempre di più questo sistema collaborativo tra istituzioni e diverse anime della città”.
“Non sarebbe male che nelle prossime edizioni potesse crescere e diventare un evento di carattere internazionale, tanto da lanciare la sfida alla fiera del libro di Francoforte”, ha detto invece il presidente di Fiera Milano, Roberto Rettani. “Per noi questo evento è importante e va oltre quello che Fiera Milano è abituata a fare in termini di occupazione di spazi e numero di espositori”. “Questa manifestazione ha il contenuto, per la tipologia di quello che viene esposto”. “Nella nostra strategia è una cosa che cerchiamo di coniugare, accanto alla vetrina ed al momento espositivo vogliamo dare ai visitatori anche l’emozione – ha concluso -. La cultura e la tradizione, le eccellenze del made in Italy è quello che a Milano dobbiamo valorizzare così come la grande tradizione letteraria”.

Qualche numero sulla manifestazione, in particolare sulla presenza femminile, è stato svelato da Renata Gorgani, presidente della Fabbrica del libro. Saranno 600 le ospiti donne che presenzieranno all’evento e “in questo senso”, ha detto Gorgani, “in un mondo letterario dove le donne sono sempre poco rappresentate, nelle fiere del libro di solito sono il 10 per cento, Tempo di libri è una eccezione”.
Tra le novità della kermesse milanese “il fatto che non ci saranno tante presentazioni di libri, ma incontri con autori, giornalisti, professionisti, scienziati, esperti”, ha spiegato ancora. “Ci saranno autori che parlano di altri autori perché per costruire questa fiera c’è stato un lavoro collettivo che ha messo l’insieme autori editori”. Inoltre i piccoli editori “sono l’80 per cento delle presenze. Grazie a tutti gli editori perché hanno dimostrato ancora una volta quanto sia tenace e innovativa l’editoria italiana”, ha concluso la presidente.
Tempo di Libri rappresenta “un traguardo”, il culmine di “un percorso esaltante”, oltre che “una corsa breve, ma intensa che ha ripercorso una storia lunga quasi 150 anni: la storia di Aie, dell’associazione degli editori, cioè di chi ha contribuito in maniera fondamentale a costruire questo Paese” ha detto invece Federico Motta, presidente dell’Aie-Associazione italiana editori.
Tempo di Libri, ha aggiunto ancora Motta, “è e sarà sempre più una manifestazione dotata di internazionalità”. “Questo è solo l’inizio: dobbiamo guardare avanti e continuare a costruire innovando e investendo nei nostri progetti, a Milano come a Roma e nel Sud Italia”. Oggi, ha specificato ancora, “è il giorno dell’orgoglio, di chi ha costruito in sei mesi un grandissimo appuntamento”, oltre che “di chi ha contribuito ad elevare ulteriormente Milano a simbolo di unità economica sociale e culturale”.
E proprio su questo concetto, ha sottolineato Motta, “voglio ribadire la parola unità, perché Aie è la casa di tutti gli editori italiani”, aggiungendo: “Abbiamo fatto qualcosa di eccezionale contando solo su di noi, sulle nostre idee e su un partner eccezionale come Fiera Milano”. Nel suo discorso il presidente Aie ha voluto ringraziare Milano, “da sempre capitale dell’editoria” e “Fiera Milano che ha compreso le nostre peculiarità”, oltre che il “Comune di Milano e Regione Lombardia che hanno avuto fin dall’inizio fiducia nel nostro progetto”.
Motta infine ha rivolto un ringraziamento al ministro della Cultura, Dario Franceschini: “A lui voglio rivolgere un grazie personale” perché “al di là dei confronti, sempre stimolanti, di questi mesi, finalmente possiamo interloquire con un ministro che ha a cuore i destini della cultura di questo Paese e con cui ci auguriamo di poter continuare un percorso comune”.


Nella foto: da sinistra Roberto Maroni, Federico Motta, Roberto Rettani, Dario Franceschini e Giuseppe Sala