A livello nazionale, nel secondo trimestre 2017 sono stati registrati 322.028 frontalieri, il 3,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tra le regioni il Ticino ha subito l’incremento più marcato: il 5,3% su base annua, con il numero di lavoratori provenienti dall’estero che si è attestato a 65.490. A seguire la Svizzera centrale, con una crescita del 4,2%, la Svizzera orientale (+4,1%) e la regione del Lemano (+4,1%). È in questa regione, che comprende Ginevra, che si conta il maggior numero di frontalieri: 120.021 unità.
Riguardo invece alla nazionalità, in Svizzera la Francia rimane il Paese maggiormente rappresentato tra i frontalieri con 176.371 lavoratori (+3,1% su un anno). Seguono gli italiani con 73.262 persone (+5,4%) di cui 65.337 in Ticino, i cittadini tedeschi (61.963, +2%) e gli austriaci (8.285, +1,8%).
La maggior parte dei frontalieri è impiegata nel settore terziario, che è anche l’ambito economico ad aver subito l’aumento percentuale più consistente. In Svizzera questo incremento è stato del 4,8%. In termini assoluti si tratta di 211.035 lavoratori provenienti dall’estero. Invece in Ticino il settore terziario dà lavoro a 41.054 frontalieri e la crescita su base annua è stata di 2.983 persone.
Osservando le cifre relative all’età, sono cresciuti in modo più importante i frontalieri delle seguenti categorie: 20-29 anni (da 6.684 a 7.136), 30-34 anni (da 8.476 a 8.910), 45-49 anni (da 9.583 a 9.976) e 55-59 anni (da 4.652 a 5.144). In ogni caso, i frontalieri sono cresciuti in tutte le fasce di età ad eccezione di quella più bassa (15-19 anni). Qui c’è stata una flessione e i giovani frontalieri sono passati da 276 a 248.