di Giuseppe Muscardini

Nato a Rimini novanta anni fa e scomparso nel 1995 a Grandvaux, nel Canton Vaud, Hugo Pratt è ritenuto dagli esperti del genere uno dei più grandi fumettisti del Novecento. Cinquanta anni fa ideò il personaggio di Corto Maltese. I lettori fecero così la conoscenza con l'avventuriero che, pur frequentando corsari e gente di malaffare, nelle strisce di Pratt è dalla parte dei deboli e degli indifesi.

Dal ginevrino Rodolphe Töpffer a Hugo Pratt
Nell’epoca di Internet la dignità letteraria del fumetto trova conferma in una storica definizione di Johann Wolfgang Goethe, propenso a valorizzare le “strisce parlanti” già nei primi decenni dell’Ottocento. Così si esprimeva l’autore de I dolori del giovane Werther a proposito delle vignette dell’illustratore ginevrino Rodolphe Töpffer (1799-1846), considerato oggi a pieno titolo il fondatore del fumetto moderno: È veramente divertente! Effonde spirito e vivacità! Alcune di questa pagine sono incomparabili. Se in avvenire scegliesse soggetti meno frivoli e divenisse ancor più conciso, farebbe cose da superare l’immaginazione. A queste parole dobbiamo necessariamente ricondurci per comprendere il valore del linguaggio espressivo delle fantasiose strisce disegnate da Hugo Pratt. Ci sembrerà così di cogliere l’essenza e il pregio figurativo delle tavole dell’intrepido Corto Maltese, che esattamente cinquanta anni fa fece la sua apparizione nel primo numero della rivista Sgt. Kirk, fondata dall'editore genovese Florenzo Ivaldi. È il personaggio più noto di Hugo Pratt, l'affascinante avventuriero le cui maschie sembianze, appena adombrate dalla visiera lucida, sono riprodotte oggi su diversi articoli di arredo. Un'icona del mondo moderno che tutti hanno imparato a conoscere anche senza aver sfogliato Una ballata del mare salato, il primo fumetto in cui entra in scena lo spericolato marinaio. È un po' come quando si interiorizza qualcosa che non dominiamo con la memoria, ma che è ugualmente presente nella nostra giornata e nelle nostre abitudini. E ci sembrerà anche possibile recepire agevolmente come l’idea dell’avventura appartenga tanto al personaggio quanto al suo ideatore, in una sorta di manifesta incarnazione. In effetti così si configura la vicenda biografica di Hugo Pratt, nato a Rimini nel 1927 ma espatriato ben presto verso quei luoghi lontani che riconvoca con tanta precisione e dovizia di particolari nelle sue tavole. La movimentata esistenza di Hugo Pratt, iniziata fin da bambino con il trasferimento della famiglia nell'Africa Orientale, le vicissitudini legate alla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, e il successivo affiancamento alle forze alleate anglo-americane, rappresentano un utile retroterra per le vicende assegnate ai suoi personaggi, in primis a Corto Maltese, che pure gli assomiglia fisicamente. Una vita intensa, da riversare sulla carta con gli acquerelli e con l'aiuto di un'innata fantasia che, lanciata a briglia sciolta, non fatica a dar corpo a luoghi già visti nei quali impiantare storie incantevoli.

Le elvetiche (o Rosa alchemica)
Grazie alla figlia Silvina oggi sappiamo qualcosa di più sulle umanissime bizzarrìe di Hugo Pratt. Sappiamo ad esempio che scelse un luogo circoscritto, duemila anime in tutto, dove ritrovare quiete e serenità; un buen retiro sul lago per favorire la riflessione e l'estro, e per stabilire con i suoi leggendari personaggi un singolare rapporto, inseguendo personificazioni e ricordi lontani. Nel 1984 si trasferì a Grandvaux, dove risiedette fino alla morte. Una grande statua in bronzo realizzata dallo scultore franco-italiano Livio Benedetti e dal figlio Luc, raffigurante Corto Maltese in marsina svolazzante che getta dall'alto lo sguardo sul Lemano, oggi rammenta agli abitanti e ai visitatori di Grandvaux che in quel luogo ridente visse i suoi ultimi anni il padre del noto personaggio dei fumetti. E a questo proposito è su Le Elvetiche del 1987 che vogliamo richiamare l'attenzione del lettore. Hugo Pratt vi esprime la sua personale percezione di una Svizzera intrisa di misteri, circostanziando con il segno grafico e il tratto deciso figure e significati della storia sociale e letteraria della Confederazione. All'insegna della più alata inventiva, immagina che Corto Maltese e l'amico Jeremiah Steiner, insegnante ebreo laureatosi all'Università di Praga, siano ospitati da Hermann Hesse all'interno della Casa Camuzzi di Montagnola, in Ticino. Qui si verificano inaspettate circostanze, evocate da un inconscio in cui gli scheletri volteggianti dipinti nel Kapellbrücke di Lucerna compenetrano le leggende medievali sul Santo Graal, anticipando le incaute affermazioni da un uomo d'affari svizzero che nel 2005 si disse proprietario della preziosa coppa all'interno della quale fu versato il sangue di Cristo. La storia si conclude con un processo, dove l'imputato è lo stesso Corto Maltese, accusato da Satana di essersi dissetato alla fonte della giovinezza. Una storia onirica, dominata dalla volontà di conferire a Corto non l'immortalità che gli darebbe l'acqua dell'eterna fonte, ma una continuità nel tempo per farne durare le gesta.

Le strisce parlanti di Pratt. L'esempio luganese e le edizioni di Losanna

Oggi gli esperti della comunicazione, i collezionisti, i critici e i semiologi interessati alla produzione di Hugo Pratt e alle mille peripezie del suo celebre personaggio, attingono dai sette volumi riuniti in cofanetto dal titolo Corto Maltese. L'integrale, editi nel 2016 in italiano e in francese dalla Rizzoli Lizard. E prima ancora all'altrettanto voluminoso testo di Antonio Carboni Hugo Pratt. Tuttifumetti, edito in bella veste tipografica da Cong SA Edizioni di Losanna nel 2011, nel quale è censita l’intera produzione del fumettista sulla base del materiale posseduto dal luganese Fabio Baudino. L'amore per la ricerca, il gusto di rintracciare quelle strisce su carta comune o su carta Fabriano, ha indotto negli anni l'appassionato collezionista ticinese a cimentarsi in una lodevole impresa: riunire e catalogare in ordine cronologico l'imponente massa di pubblicazioni che compongono l'intera opera a fumetti di Hugo Pratt in lingua italiana, come si legge sul retro di copertina del volume. Si deve pertanto a Fabio Baudino e alla sua perseveranza se oggi possiamo assegnare all'opera del fumettista riminese la meritata qualifica di letteratura disegnata. Le due edizioni rappresentano oggi una vera banca di immagini prattiane, a cui gli studiosi in futuro dovranno necessariamente fare riferimento. Per chi invece è semplicemente affezionato al mito, e per chi affronta la lettura e la rilettura delle strisce di Pratt con più disimpegno, perché sono belle e fanno sognare, saranno utili le molte ristampe esistenti in commercio. E senza l'obbligo di indagare sulla vita dell'autore, perché già si è detto molto, e spesso a sproposito, sul suo carattere difficile, l'egocentrismo, le contraddizioni, l'adesione alla Massoneria, le scelte politiche della gioventù, la corposa biblioteca di Grandvaux e altre amenità che non riflettono compiutamente i suoi autentici propositi creativi. In una storia del 1974 intitolata Corte Sconta detta Arcana, Hugo Pratt mette in bocca all'imperturbabile Corto Maltese - seduto sulla panca di un Commissariato per rispondere di un omicidio non commesso - le seguenti parole: «C'è della gente che non mi ha in simpatia. Ma lei non creda a tutto quello che le raccontano sul mio conto». È la stessa aria distaccata che Corto conserva nel bronzo di Grandvaux.