di Ingeborg Wedel


Senza passione non può esserci storia
senza impegno non esiste qualità.


Ho contattato Vanna per l’intervista come “donna in carriera”, poco prima dell’apertura di VINITALY 2017, manifestazione che si è svolta con il consueto grande successo dal 9 al 12 aprile scorsi.
Vanna è nata in provincia di Cremona, dove il padre, agricoltore, proprietario terriero, le ha potuto riservare un’infanzia ed un’adolescenza serena. Per frequentare il liceo classico Vanna si è spostata a Firenze – e successivamente a Milano dove – alla Bocconi – si è laureata in lingue.
Sposata, ha avuto due figli che, ormai adulti, sono entrambi laureati alla Bocconi.
Il suocero possedeva due proprietà: ciascuna di 10 ettari. Al centro si trova un castello antichissimo (fortezza militare della Repubblica Veneta fino al 1450 circa) La Rocchetta, dove Vanna abita con la sua famiglia e il castello Merlo. I terreni circostanti erano coltivati da affittuari.
Ma lasciamo che sia Vanna a parlare della sua grande passione per la viticultura, che indirettamente, nel suo racconto, ingloba anche nostre solite domande


Nel 1989 il contadino che gestiva i terreni della Rocchetta rinunciò per andare in pensione, così, non volendo riaffittare e sapendoli molto adatti alla coltivazione della vite, decisi di creare un’azienda vitivinicola. Il luogo è perfetto: terreno morenico, clima temperato dal Lago d’Iseo e aria asciutta delle montagne che impedisce le muffe.
La mia è stata una decisione e una scelta dettata da esigenze famigliari (dare una destinazione a questi terreni) ma anche dal mio grande amore per la natura risalente alla mia infanzia. Inoltre, era un momento della mia vita in cui avevo tempo libero: i figli erano ormai grandi e mio marito aveva un’attività completamente diversa. Quindi, mi sono buttata in questa impresa per necessità ma con grande passione: abbiamo piantato tutti i venti ettari di uva adatta alla natura del suolo: Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay per i vini bianchi e Merlot e Cabernet Sauvignon per i vini rossi, la produzione complessiva all’anno è di circa 200.000 bottiglie.
La prima raccolta nel 1995, il primo Vinitaly nel 1999: Medaglia d’Argento per lo spumante metodo classico; da allora abbiamo ottenuto altri 20 premi Vinitaly (di cui tre medaglie d’oro) e quattro medaglie d’oro col nostro “Rosso riserva” al concorso “Emozioni dal Mondo”, riservato ai vini di taglio bordolese (merlot+cabernet) di tutto il mondo.
Questo ci ha molto incoraggiato e ci ha fatto capire che eravamo sulla via giusta.
Oltre a La Rocchetta abbiamo creato una seconda linea di produzione Podere Castel Merlo.
La nuova linea, dedicata principalmente a ristoratori d’eccellenza e clienti esteri, riesce ad esaltare ancor di più i nostri vitigni: il Pinot Grigio ad esempio viene trattato con grande attenzione e vinificato sia in bianco, che poi affina qualche mese in botti di acacia, sia in rosato, eccellenza più nota in altre regioni, ma che da noi ha raggiunto vette forse inaspettate.
Abbiamo inoltre ampliato la collezione degli spumanti metodo classico, aggiungendo ai nostri cavalli di battaglia, come il merlot in purezza vinificato in rosato e poi affinato 60 mesi, e il Cretarium Brut, storica cuvée da Chardonnay e Pinot grigio, 48 mesi, anche un Nature, per chi ama gli spumanti secchi e minerali, di gran moda negli ultimi anni e il Petra Aeterna, dove lo Chardonnay in purezza, affinato oltre 60 mesi sui lieviti, trova la sua massima eleganza.
Inoltre, bisogna sottolineare il fortissimo legame tra vigneti, vini, uomini ed azienda. Solo da una così stretta unione si può far comprendere, anche ad un pubblico lontano, quello che una terra può dare.
Senza passione non può esserci storia, senza impegno non esiste qualità.
La Rocchetta non fa altro che rappresentare ed esaltare appieno queste scelte, dando a Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Merlot e Cabernet Sauvignon un'espressione che in nessun altro posto al mondo si può ritrovare.
Francamente quando ho iniziato non pensavo di raggiungere queste dimensioni.
Il mondo del vino è bellissimo, le persone sono gentili e rilassate, amano il loro lavoro con passione anche se non è molto remunerativo, non hanno quell’ansia di competitività che c’è in altre attività e, secondo me, anche meno avidità.
Non ci sono solo uomini, in Italia siamo circa in 800 solo nell’associazione “Donne del Vino”. Non c’è differenza, prevenzione e sottovalutazione da parte maschile. Non ho trovato ostacoli: anzi, essendo abbastanza recente la discesa in campo delle donne, avverto un atteggiamento quasi cavalleresco nei nostri confronti.
Vantaggi, svantaggi e privilegi dipendono dalla qualità del tuo prodotto e, se questo è valido, forse, in quanto donna, ottieni maggiore attenzione e ammirazione.
Le intuizioni femminili, in generale, sono, secondo me, superiori a quelle maschili per la natura stessa della donna e della sua forma mentis (più abile, più diplomatica, più pratica, più pronta, più furba).
La soddisfazione maggiore è vedere che hai raggiunto dei risultati indipendentemente dal fatto di essere uomo.
Le mie dipendenti femmine sono meravigliose in tutti i sensi e quindi il mio atteggiamento non può essere che di affetto e gratitudine per il loro contributo. Devo dire che anche gli uomini del nostro staff sono persone validissime.
Avendo iniziato quasi per gioco e per risolvere un problema di mio marito (cioè come riutilizzare questi terreni) ho avuto tempo a disposizione per dedicarmi a questo progetto che, con l’andare del tempo, è diventato sempre più interessante ed importante.
Nella sede di Castel Merlo abbiamo utilizzato la parte agricola (stalle, portici, casa dei contadini) per la lavorazione del vino, gli uffici, la pressa, la sala di imbottigliamento, le botti di acciaio e abbiamo scavato una nuova cantina di 1000 metro quadrati (l’antica è diventata una sala degustazione), il Castello è diventato Hotel Relais Chateau e Ristorante.
Il mio tempo libero? Forse ho rinunciato a qualche viaggio ma sono sempre andata alla Filarmonica della Scala e ho sempre avuto un’intensa vita sociale, anche per eventi legati al mondo del vino.
Oggi sono molto felice perché ho realizzato un sogno: produciamo vino di altissima qualità, ho dato lavoro a circa 30 persone e ho sistemato e reso abitabile un castello del IX secolo che si sarebbe inevitabilmente diroccato e quindi sarebbe andato perduto.
Oggi ho anche un grandissimo aiuto dai miei figli.