L’Italia al centro del mondo

Il giorno 9 novembre, in anticipo sull’inaugurazione ufficiale, 700 giornalisti hanno avuto modo di visitare la nuova creatura di Oscar Farinetti: Eataly World, il parco dell’agroalimentare FICO (Fabbrica Italiana Contadina), aperto al pubblico a partire dal 15 novembre 2017 a Bologna.

La scelta strategica territoriale risiede nel fatto che, da sempre crocevia tra il Nord e il Sud del Paese, Bologna è oggi una delle più importanti città italiane ed europee. Grazie alla sua posizione centrale e ad un’ottima rete di connessione autostradale, ferroviaria e aerea, il capoluogo emiliano-romagnolo è diventato una destinazione turistica strategica: nei primi 8 mesi del 2017 ha registrato una crescita del 12,9% di visitatori. Considerata una delle capitali gastronomiche d’Italia, è celebrata da secoli per la sua tradizione culinaria ed enologica, oltre che per la sua celebre Università, tanto da essersi guadagnata il soprannome di “la dotta e la grassa”.

Celebrare la meraviglia dell’agroalimentare italiano

FICO Eataly World è il più grande parco agroalimentare del mondo. Rappresenta l’unico luogo al mondo che celebra la meraviglia dell’agroalimentare italiano, manifestandola in tutti gli ambiti che la costituiscono: agricoltura, allevamento, civiltà contadina, trasformazione, mercato, ristorazione e apprendimento.
Estesa complessivamente su 10 ettari di cui 8 coperti, Fabbrica Italiana Contadina racchiude la meraviglia della biodiversità italiana in 2 ettari di campi e stalle all’aria aperta. Con 200 animali e 2000 cultivar tipici, offre l’incredibile opportunità di conoscere l’agricoltura italiana e vivere l’esperienza diretta dei nostri territori.
Ai visitatori sarà possibile approfondire la conoscenza dell’arte della trasformazione alimentare attraverso 40 fabbriche contadine in cui poter capire, vedere e sperimentare concretamente la lavorazione dei principali prodotti enogastronomici italiani, a partire dal mondo della carne, delle uova e del pesce, passando per quello lattiero-caseario, dei cereali, dell’ortofrutta, delle bevande e dei condimenti, fino al dolce.
All’interno si trovano ben 40 luoghi di ristoro per vivere l’esperienza gastronomica italiana: ristoranti, trattorie, osterie, chioschi, luoghi di degustazione e bar.
Inoltre, è stato progettato un percorso unico che ingloba:
- un mercato (9.000 mq) suddiviso per tematica e per filiera, destinato alla promozione e alla vendita delle eccellenze italiane;
- botteghe gastronomiche, presso le quali sarà possibile degustare i prodotti realizzati nei laboratori;
- aree temporanee, dove si alternano vari operatori per la promozione territoriale e stagionale di prodotti;
- aree riservate ai prodotti non alimentari correlati al mondo della natura, della cucina e dello stile italiano.

Educare alla sostenibilità alimentare

Al fine di promuovere l’educazione alimentare, il consumo consapevole e la produzione sostenibile, è nata la Fondazione FICO per l’educazione alimentare ed alla Sostenibilità, presieduta dall’agro-economista Andrea Segrè, che vede tra i soci fondatori CAAB, CoopFond, Enpav ed Enpam. Al suo interno sono rappresentate le Università di Bologna, Trento, Pollenzo e Suor Orsola Benincasa (Napoli).
L’offerta educativa proposta è stata strutturata sulla base di tre filoni: conoscere (5.000 attività didattiche per la scuola); imparare un mestiere (500 stage formativi ogni anno); divertirsi (1.000 corsi l’anno per adulti, tra degustazioni e laboratori).
Infine, FICO Eataly World ospita un centro congressi attrezzato (modulabile da 50 a 1.000 persone) dove sarà possibile organizzare conferenze, riunioni ed eventi privati.
Fico Eataly world è associato al volto di Oscar Farinetti, il campione nazionale del cibo made in Italy proiettato all’estero, ma se la sovrapposizione tra Eataly e Fico è molto elevata nelle percezioni dell’opinione pubblica, gli attori protagonisti sono più numerosi e il modello di business è la prosecuzione naturale degli Eataly precedenti.
Fin dalla sua nascita, con l'apertura nel 2007 del primo punto vendita a Torino, Eataly ha proposto il meglio delle produzioni artigianali a prezzi ragionevoli grazie alla creazione di un rapporto diretto fra produttore e distributore, e ispirandosi a parole chiave come sostenibilità, responsabilità e condivisione.
Il 2016 è l’anno che ha consacrato la definitiva affermazione internazionale di Eataly, con 6 aperture di assoluto prestigio: gli store statunitensi di New York Downtown, nella prestigiosa cornice del nuovo World Trade Center, e Boston, quelli asiatici di Dubai Festival City, Riyadh (Arabia Saudita) e Doha (Qatar), e quello europeo di Copenhagen. Quest’anno la catena di negozi di alimentari made in Italy ha compiuto dieci anni, inaugurando a maggio il 38esimo negozio a Mosca. “Per quanto io possa essere ottimista, non avrei pensato che in dieci anni avremmo compiuto un cammino così grande e saremmo diventati il marchio italiano del food retail più noto al mondo”, spiega Farinetti.

L’accordo con Enit

FICO Eataly World ha pattuito un’intesa con l’ENIT (l’Agenzia Nazionale per il Turismo) per attrarre milioni di visitatori valorizzando la cultura dell’enogastronomia italiana attraverso il parco della biodiversità più grande al mondo. L’accordo prevede che l’ENIT (che ha tra le sue finalità la valorizzazione dei prodotti enogastronomici, tipici e artigianali in Italia e all’estero) realizzi azioni promozionali destinate al grande pubblico, agli operatori turistici e ai media, in Italia e all’estero, in collaborazione con FICO Eataly World, in quanto struttura di riferimento per la divulgazione e la conoscenza dell’agroalimentare italiano, luogo di incontro per tutti coloro che amano il cibo e vogliono conoscere i segreti della biodiversità alla ricerca di informazioni ed esperienze uniche.
Evelina Christillin, presidente di ENIT, ha spiegato: “L’Enit nel suo Piano Triennale ha dedicato un cluster specifico al cibo e agli itinerari del gusto. Stiamo realizzando numerose iniziative promozionali sul segmento dell’enogastronomia perché intendiamo sostenere lo sviluppo e la conoscenza delle produzioni locali d’eccellenza e delle loro tradizioni. Il nostro impegno andrà verso la valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano, al fianco di operatori e produttori, incoraggiando la creazione di modelli di business innovativi in risposta alle nuove esigenze turistiche internazionali”.
Riferendosi all’accordo Oscar Farinetti, ha dichiarato: “In questi dieci anni abbiamo fatto conoscere e apprezzare all’estero i prodotti del nostro paese grazie a Eataly. Oggi, con la Fabbrica Italiana Contadina, abbiamo la straordinaria opportunità di portare in Italia milioni di persone da tutto il mondo, per fargli conoscere la meraviglia della nostra biodiversità. FICO, su 80.000 metri quadrati e su un percorso di diversi chilometri, consentirà un’esperienza unica e irripetibile: capire la nostra agricoltura, la trasformazione alimentare, degustare il nostro cibo, fare un giro sulle 6 “giostre” educative dedicate al fuoco, alla terra, al mare, agli animali, al vino ed al futuro. Qui tutti potranno divertirsi e imparare, grazie a 30 eventi e 50 corsi al giorno tra aule, teatro, e spazi didattici, aree dedicate allo sport e ai bimbi, alla lettura ed ai servizi, un cinema ed un centro congressi che può ospitare da 50 a 1.000 persone”.
Farinetti, presentando Fico Eataly World, ha ribadito l’obiettivo fondamentale del progetto: “L'Italia deve passare da 50 a 100 milioni di turisti. Fico serve a questo" e ha sottolineato l’importanza della scelta territoriale del capoluogo emiliano: “Qui a Bologna abbiamo trovato le condizioni ideali per fare questo progetto, perché la politica ha capito questo progetto e ha risposto con una velocità incredibile. Quando ci lamentiamo della burocrazia, spesso è un alibi per la nostra pigrizia, perché la differenza la fanno sempre gli umani".
Anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha presentato il parco Fico come "un potente messaggio del Made in Italy che promuove l'intero Paese” e dichiara: “questo parco dimostra che la passione e la perseveranza devono affiancare il talento e la creatività per raggiungere risultati come questo. Questa non è la mecca del consumismo, ma un luogo dove si imparano il gusto e l'educazione alimentare e la sua sostenibilità. Da Bologna parte questo messaggio verso il mondo ed è la nostra piccola vendetta sugli spaghetti alla bolognese".
Simbolo della lotta contro lo spreco alimentare e della biodiversità italiana anche l'opera esterna visibile all'ingresso: una grande installazione (ideata e progettata dall’Agenzia Nitida Immagine di Cles in collaborazione con l’azienda artigiana di Tres Corazzolla Arredamenti) dedicata alle mele della Val di Non, frutti che saranno recuperati prima della loro naturale scadenza e poi donati.
I promotori si attendono sei milioni di visitatori ogni anno.


I 7 valori fondamentali di FICO

1 Lavoriamo per l’Italia
Non abbiamo deciso noi di nascerci. È stata una grande fortuna. Vorremmo farcela perdonare. Crediamo che il modo migliore sia agire per dimostrare al mondo le nostre meraviglie.

2 Siamo un luogo vero
Tutte le attività che si svolgono dentro FICO devono essere vere e non dimostrative. L’agricoltura che semina e raccoglie, le fabbriche che producono in quantità prodotti veri da consumare, le cucine dove si vede lavo¬rare, i mercati che vendono e raccontano, le aule dove si impara sul serio.

3 Dobbiamo raccontare

La realtà è composta dai fatti e dalla narrazione. Un fatto, se non è raccontato, non esiste. Vogliamo essere degli instancabili narratori dell’agroalimentare italiano. Spiegare bene per capire e far capire. Ogni cosa che si vede dentro FICO deve essere raccontata.

4 Prima di tutto la terra
Ciò che troviamo nel piatto o nel bicchiere nasce dalla terra. Se non conosciamo la fatica, le storie, le tradi¬zioni e le tecniche dell’agricoltura non possiamo goderne. Per questo FICO deve partire dalla terra.

5 Ci rivolgiamo al mondo
Anzi, ai mondi. Il mondo dei bambini: che imparino presto l’orgoglio di essere italiani e crescendo venga loro voglia di darsi da fare. Il mondo dei pensionati: persone che hanno ancora tanto da dare al nostro Paese. Il mondo delle famiglie: che vivano insieme un’esperienza educativa. Il mondo dei nostri immigrati: che si rendano conto in quale meraviglioso Paese sono giunti e, essendo i benvenuti, si impegnino anche loro per l’Italia (ah! che ne sarebbe della nostra agricoltura senza molti di loro!). Il graditissimo mondo dei turisti di tutto il mondo: voi siete i benvenuti. Se FICO vi piace parlate bene dell’Italia nel vostro Paese.

6 Imparare divertendosi
Dobbiamo essere instancabili nell’offrire divertimento e apprendimento insieme. Occorre troppo tempo per far venir voglia di studiare attraverso il senso del dovere. Se ci si diverte si impara più volentieri e in fretta. Per questo da FICO ci sono le giostre. Dobbiamo fare in modo che siano molto frequentate dai nostri visitatori, ma andiamoci anche noi. Se non impariamo, se non ci divertiamo a lavorare dentro FICO non saremo credibili.

7 Rispetto e affari
Il valore del rispetto deve stare alla base del nostro agire. Ma non solo per ragioni etiche. Il rispetto verso la ter¬ra, l’acqua e l’aria diventerà ben presto l’identità prevalente delle attività agroalimentari italiane. Le imprese che sapranno interpretare con coerenza questo valore saranno premiate anche negli affari. Chiudiamo con la forma di rispetto più importante. Dobbiamo avere rispetto per le persone: i contadini, gli allevatori, i trasformatori, i ristoratori, i distributori, i gastronomi. Dobbiamo avere rispetto tra di noi, i lavoratori di FICO, a tutti i livelli. Dobbiamo avere rispetto per i nostri visitatori e clienti. Dobbiamo avere rispetto anche per chi ci critica, ascol¬tare le loro ragioni, spiegare educatamente le nostre. E, quando sbagliamo, dobbiamo riconoscerlo e cambiare.