di Luca D'Alessandro

Il 27 ottobre 2017 Gianna Nannini ha lanciato il suo album Amore Gigante contenente quindici brani inediti. "Un album gigante", spiega nell'intervista rilasciata a La Rivista, aggiungendo che gran parte di questo disco sarà proposto durante il suo concerto del 24 novembre prossimo nell'ambito delle Christmas Sessions di Bienne.


Gianna Nannini, il pubblico di Bienne si sentirà privilegiato. Sarà tra i primi in assoluto ad avere il beneficio di sentire i tuoi brani inediti dal vivo.
Sì, pare di sì. Mi hanno detto che è un tutto esaurito e sarà un bel concerto. Presenterò le mie nuove canzoni, ma anche quelle di prima. Sai, in Svizzera ci sarà molta emozione e poi il live è un banco di prova molto importante prima di andare in televisione, in radio, o di fare il tour di promozione. Quando un disco lo si presenta per la prima volta, si è molto presi.

Nel tuo album compare il cosiddetto "Gigante" e nel booklet si legge: "A tutti coloro che hanno un gigante nel cuore che balla con loro".
Il gigante è un modo allargato di vedere l'amore. Un abbraccio che contiene tutti i tipi di amore del mondo, più grande dei conflitti. Insomma: il gigante è un termine un po' affettuoso per accomunare le persone di qualsiasi origine. Mi piace l'idea di poter abbattere i muri di pregiudizio verso culture diverse. Ogni paese ha mille culture, e queste sono importanti per poter crescere.

Al momento si possono osservare delle tendenze di chiusura in Europa.
Una cosa sono gli Stati Uniti d'Europa ovvero l'Unione Europea, un'altra cosa invece è l'Europa intesa come continente. Bisogna separare i due concetti. Per me è importante che ogni paese possa sviluppare le sue culture combinandole con le altre. Non so se hai seguito la mia presenza allo show con Nena di qualche giorno fa?

Quello del 7 ottobre scorso sul canale televisivo ZDF?
Sì. Nena da sempre canta in tedesco e con questo ha avuto un gran successo non solo in Germania. È sempre rimasta fedele alla sua lingua. Per lei ho fatto un testo apposta in italiano sulla base del suo brano Liebe ist. È stata un'esperienza bellissima, e anche un evento raro se vogliamo, perché non avviene spesso che un brano tedesco faccia da base per un testo italiano o francese. Di solito in Italia si privilegiano culture anglofone per la musica, soprattutto per il rock. Non trovo giusto, perché rock significa "musica popolare". Ognuno ha il suo popolo. Anche in Svizzera ci sono diversi approcci alla musica che si distinguono dalla Germania e dalla Francia, quindi è importante valutarle e poi trasformarle in pop-music, e nel contempo mantenere la propria cultura.

Torniamo ad Amore Gigante. A quanto pare, invece del rock stai seguendo un tracciato più pop ed elettronico.
In questo album ci sono tre produttori che hanno lasciato le loro impronte: Wil Malone, Alan Moulder e Michele Canova, quest'ultimo attualmente vive a Los Angeles. Sono andata da lui perché ho avuto la voglia di sperimentare con dei suoni nuovi. Per me è stata una cosa fantastica collaborare con uno dei più grandi produttori che ci sono al momento in giro. Con lui ho fatto le prime tre tracce dell'album. Subito dopo la pubblicazione dell'album Hitalia nel 2014, ho avuto vari cambiamenti nella mia vita. Nel contempo ho scritto e quindi accumulato moltissimo materiale in questi tre anni. Lo si noterà in questo mio nuovo album che è diventato veramente gigante: vi sono quindici brani inediti.

Per quel che riguarda i testi, in Amore Gigante segui un filo conduttore che punta sulla conversazione.
Poni domande, formuli degli appelli ad un'altra persona. In altre parole: i testi sono caratterizzati da un dialogo continuo.
Il dialogo è mezzo di comunicazione nei rapporti. In un dialogo ci si affronta con la verità. Bisogna essere sinceri. Non apparire, ma esserci.

Il brano che chiude il disco, L'Ultimo Latin Lover, balza all'orecchio. Nel tuo booklet affermi che si tratta di una dedica a tuo fratello Alessandro.
Il motore che patisci a tratti nel brano proviene da una macchina di formula uno di Alessandro. Attraverso le modifiche sonore di Alan Moulder, il motore diventa una sorta di chitarra. Oggi con l'elettronica si può fare di tutto. Dagli anni ottanta e cioè da quando in collaborazione con Conny Plank l'ho inserita nell'album Fotoromanzo, fino ad ora, non ho mai abbandonato la musica elettronica. Tra l'altro la nostra musica europea nasce dal mondo dell'elettronica. Nei giorni d'oggi sono più attuali i suoni digitali.

Diversi brani del disco sono nati in collaborazione con Pacifico.

Pacifico ed io abbiamo una collaborazione di ormai dieci anni. Quando scriviamo, ci si guarda un attimo negli occhi e ci si intende subito. Lui mi lascia dire e sfogare, poi mette in ordine tutto quello che dico perché ogni tanto parto per la tangente. Scrivo troppo, insomma. Lui poi fa da produttore del testo, quindi riesce a calibrare tutte le mie eruzioni vulcaniche.

Ti censura?
No, non mi censura. Anzi: mi fa liberare ancora di più quello che voglio dire. Il confronto con un altro è fondamentale, perché spesso mi ritrovo davanti a dei produttori inglesi o tedeschi che non sono in grado di capire i miei testi. Quindi ci vuole qualcuno con cui puoi lavorare, che ti dice "bello" o, "brutto". Quando scrivo, ovviamente, sono convinta di quello che faccio e lo comunico. Comunicando poi hai un ritorno che ti fa riflettere.

Ti si può tuttora considerare un'ambasciatrice del rock di lingua italiana?
Si può cantare tutto in qualsiasi lingua. Soprattutto il rock. Basta farlo diventare grooving, ed avere un ritmo adatto. Quando canto in italiano, gli inglesi ti capiscono. I tedeschi lo stesso. Il canto deve essere internazionale.

Questo contribuisce all'avere successo anche in paesi come la Svizzera e la Germania?
Spesso si ascoltano delle canzoni in inglese, e non si capiscono i testi. Con me la gente canta le canzoni in italiano, anche se di preciso non sa di che cosa sto parlando. Sai, quando si canta viene fuori l'emozione e l'emozione non ha lingua. L'emozione è un amore gigante. In paesi come la Svizzera mi sento capita, mi sento più rock! Diciamo che nei concerti all'estero, rispetto a quelli italiani, c'è più felicità. La gente si muove di più, perché si fa prendere dal rock. In Italia invece, il pubblico è piuttosto abituato ai cantautori. Ascolta i testi, sta seduto.

In Italia ci sono moltissimi cantautori emergenti. C'è chi ti convince più di altri?
Da circa tre o quattro anni, c'è una scena italiana di nuovi autori eccezionale. Davide Petrella, Fortunato Zampaglione e i membri del gruppo Thegiornalisti - è tutta una nuova area di cantanti italiani anche di autori che prima non c'era. Questi emergenti hanno un potenziale enorme e sono certa che avranno anche un futuro internazionale. Credo che nei prossimi dieci anni arriveranno fuori dei grossi nomi dall'Italia. Ovviamente se avranno la fortuna di collaborare con dei bravi produttori.

I tuoi progetti futuri?
Dopo questi quattro concerti a Bienne, Rimini, Roma, Milano e Firenze, partirò nel 2018 con una tournée europea. Probabilmente sarà più lunga di quella dell'anno scorso. Come ho già detto, nei concerti all'estero mi sento più rock, spacco di più! Nel rock si dice: "I kick the ass!" (ride)

Ha collaborato Luca Scigliano



Christmas Sessions 2017

Palais des Congrès, Bienne:
23 novembre, ore 20: Alvaro Soler
24 novembre, ore 20: Gianna Nannini
25 novembre, ore 20: Natalie Imbruglia
26 novembre, ore 20: Ritschi & Friends feat. Kunz, Marco Rima & Adrian Stern

www.christmas-sessions.ch


Foto: © Sony Music