Karl Marx, nel 1844, si trova in esilio a Parigi. Qui incontra il giovane Friedrich Engels, figlio di un grande industriale, che dalla storia familiare ha appreso e iniziato a studiare le insoddisfazioni del proletariato inglese. Nascerà dal loro incontro, segnato da origini borghesi, una nuova e rivoluzionaria lettura della realtà tesa a risvegliare e unire in un solo popolo la rivoluzione degli oppressi in tutto il mondo.
Le jeune Karl Marx è il film che il regista haitiano Raoul Peck - anticipando di un anno il bicentenario della nascita del pensatore di Treviri, che cadrà il 5 maggio 2018 - ha presentato alla Berlinale Special. Si tratta di una coproduzione tra Francia. Germania e Belgio che racconta, come dice il titolo, con accuratezza e precisione, gli anni che vanno dalla fine dell’esperienza alla Gazzetta Renana nel 1843, chiusa per sovversione, attività valsa a Marx il primo di un lungo elenco di espulsioni, fino ai primi del 1848, quando a Bruxelles redige insieme all’amico e compagno Friedrich Engels lo storico “Manifesto del Partito Comunista”.
Un film riuscito, che restituisce un pezzo di storia sconosciuto ai più (chi pensa a Marx lo associa ad un vecchio dalla folta chioma e barba bianca), ricostruendo il contesto in cui prendono corpo le ragioni del comunismo attraverso la storia di una amicizia, ma anche raccontando una stagione piena di entusiasmo, impetuosa, nella quale, nonostante l’Europa fosse contrassegnata da potenze fondate sul colonialismo sfruttatore e omicida e sul capitalismo selvaggio, era forte la speranza di una catarsi rivoluzionaria, dell’avvento di una stagione di giustizia sociale.