Sì all'ampliamento dello scambio di informazioni fiscali ad ulteriori 41 paesi, ma solo dopo opportune verifiche: è quanto auspica l'Associazione dei banchieri privati svizzeri (ABPS), che invita in particolare il Consiglio federale ad assicurarsi che la Confederazione non si muova da cavaliere solitario, accertandosi che anche i paesi concorrenti forniscano lo stesso tipo di dati.

Al riguardo occorrerà far pressione sugli Stati Uniti, indica l'ABPS in un comunicato odierno. L'organizzazione si riferisce allo scambio con altre 41 nazioni - che vanno dall'Africa del Sud alla Russia passando dal Principato di Monaco - previsto a partire dal settembre 2019. Il primo flusso di dati con 38 stati (i 28 Ue più altri dieci) avverrà per contro nel settembre del 2018.
L'ABPS si dice anche preoccupata in merito alla riservatezza dei dati scambiati, in particolare per quanto concerne America Latina, Russia e Asia. "I timori non sono di natura fiscale, riguardano l'integrità fisica dei clienti interessati, a causa dei rischi di corruzione e dei giochi politici nel loro paese", si legge nella nota. I banchieri privati invitano a verificare il rispetto della confidenzialità delle informazioni ancora una volta prima dell'invio e a sospendere la trasmissione se essa non può essere garantita.