di Enrico Perversi

In un recente articolo su Fastcompany.com Lydia Dishman approfondisce alcuni aspetti dell’intelligenza emotiva, che viene indicata dal Report sul futuro del lavoro emesso dal World Economic Forum come una delle prime 10 capacità richieste nel 2020, indicando 4 aree di attenzione specifiche.

Migliorare la capacità di ascolto è il primo punto in un contesto dove relazioni sempre più complesse richiedono forme di collaborazione evoluta grazie alle tecnologie ma anche alla localizzazione distribuita. Il Lab of Social Cognitive and Affective Neuroscience dell’Università di Harvard ha misurato che le persone utilizzano il 60% delle loro conversazioni parlando di sé stesse, verifichiamo spesso tutti noi che, anche qualora si ascolti, spesso l’orientamento è quello di costruire una risposta piuttosto che capire il significato profondo di ciò che l’interlocutore vuole comunicare. Ascoltare significa in realtà creare una connessione reale, dare disponibilità, dimostrare concretamente che si prende in considerazione un punto di vista diverso dal proprio non precipitandosi a dare una risposta ma dandosi un tempo per riflettere. Un’ulteriore tecnica è quella di verificare di aver compreso bene parafrasando ciò che si è udito e controllando con l’interlocutore la corretta comprensione.

Gestire lo stress senza perdere efficacia anche quando la pressione per i risultati genera conflitti è la seconda raccomandazione: la difficoltà in questo caso è mantenere la consapevolezza di sé, direi quasi avere la capacità di ascoltarsi, mettendo poi in pratica alcuni semplici accorgimenti quali evitare di approfondire i controlli continuando a delegare, chiedere aiuto se necessario, ma non aumentare le ore quotidiane di lavoro, staccare prendendo delle pause per una passeggiata, un caffè con un amico o semplicemente oziando. In generale poi è necessario mantenere il lavoro in uno degli spazi della vita lasciando immutato il confronto con persone esterne alla professione che possono dare punti di vista originali, oltre a coltivare progetti per il futuro e non trascurare le passioni e l’esercizio fisico.

La comunicazione è lo strumento attraverso cui si sollecita, si realizza e si valuta la contribuzione agli obiettivi condivisi di un team formalizzato oppure semplicemente esistente nei fatti. Assume quindi una grande importanza la capacità di dare feedback efficaci che rappresenta il terzo ingrediente. Il feed back naturalmente non riguarda solo i collaboratori ma coinvolge anche colleghi, capi, contributori temporanei in un progetto o una attività. Su questo tema si è scritto molto, tanto che per valutarne l’appropriatezza, vengono spesso utilizzate 3 domande Sufi risalenti addirittura al 13° secolo: “è vero?”, “è necessario?”, “è espresso in maniera gentile?”. Se quanto vi apprestate a restituire al vostro interlocutore soddisfa queste tre domande ricordate anche che il feedback deve essere tempestivo e che la proporzione tra feedback positivi e negativi deve essere di 3 ad 1.

Infine, c’è la capacità di percepire le proprie e le altrui emozioni e decidere le proprie azioni in base a questo, quella che comunemente viene chiamata empatia. Capire il punto di vista altrui richiede di essere ascoltatori attivi che non interrompono e che dimostrano di essere unicamente focalizzati sull’altro senza fare niente altro e implica la piena accettazione delle diversità che possono anche portarci fuori dalla nostra comfort zone superando pregiudizi e stereotipi. La curiosità verso gli altri è un allenamento incredibilmente efficace, soprattutto nei confronti di persone che non possono esserci utili nel breve periodo, perché ci fornisce un approccio che ci aiuta ad immedesimarci in contesti molto lontani dal nostro, ma soprattutto ci aiuta anche a condividere i nostri sogni e le nostre aspirazioni senza preoccuparci di mostrare vulnerabilità.
Per chiudere una semplice domanda: come vi valutate rispetto a questi 4 punti?