La vendemmia dello scorso anno ha fatto registrare una resa pari a 79 milioni di litri, toccando un livello mai così basso dal 1978. Le cause principali – si legge in una nota l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) - sono da ricondurre alle "diffuse gelate notturne di aprile e le grandinate che hanno colpito alcune regioni in agosto". Inoltre, precisa l'UFAG, "l'estate torrida e secca da un lato ha ulteriormente ridotto la produzione, dall'altro ha consentito di anticipare la vendemmia e ha favorito la buona qualità delle uve".
Le condizioni climatiche estreme hanno avuto un impatto considerevole sulla vendemmia. Rispetto all'anno precedente nella Svizzera francese i volumi di resa hanno raggiunto il 72 per cento (-24.7 mio. l), nella Svizzera tedesca l'81 per cento (-2.4 mio. l) e nella Svizzera italiana il 77 per cento (-1.4 mio. l). Se le gelate notturne di aprile, hanno causato danni ingenti ai vigneti, la torrida estate del 2017 - che si affianca a quelle del 2003 e del 2015 nella classifica delle estati più calde mai registrate dall'inizio delle misurazioni - ha causato un massiccio stress idrico tradottosi in acini più piccoli e meno succosi, ma con un elevato tenore naturale in zucchero. La qualità delle uve è pertanto risultata molto soddisfacente.
Il consumo medio annuo di vino svizzero si aggira normalmente sui 100 milioni di litri. La vendemmia 2017, dopo quelle del 2013 (84 mio. l), del 2014 (93 mio. l) e del 2015 (85 mio. l) è già la quarta, nell'arco di cinque anni, a rimanere al di sotto dei livelli di consumo reale.