La Confederazione deve poter continuare a prelevare l’Imposta federale diretta (IFD) e l’IVA fino al 2035. Il popolo svizzero ha approvato a larghissima maggioranza il decreto sul nuovo ordinamento finanziario a partire dal 2021. La percentuale di favorevoli ha toccato l’84,1%, pari a 2.358.000 voti. I contrari sono stati 445.400. La partecipazione dei cittadini al voto si è attestata al 52,9%.
L’oggetto è stato accolto in tutti i cantoni con percentuali molto alte. In Ticino i favorevoli hanno raggiunto l’84,3%, nei Grigioni l’85,9%. Il sostegno è stato amplissimo nel canton Vaud (88,2%), ma anche a Ginevra (87,0%), Zurigo (86,8%) e Zugo (86,1%). Il cantone più tiepido nell’appoggiare il decreto è stato Sciaffusa (78,5%), seguito dal Vallese (78,8%) e da Svitto (79,0%).
IVA e IFD garantiscono il 65% delle entrate delle casse federali, senza le quali lo Stato verrebbe di fatto smantellato. Il ministro delle Finanze Maurer, facendo notare che pesano oltre 43 miliardi di franchi ha precisato che rappresentano due terzi delle entrate della Confederazione. «Senza queste entrate – aveva dichiarato chiaro e tondo per promuovere il decreto – la Confederazione non sarebbe più finanziabile».
Gli svizzeri sono chiamati regolarmente a pronunciarsi su una proroga della riscossione di queste imposte. L’esigenza di garantirla oltre il 2020 – data limite dell’attuale sistema – era rimasta praticamente incontestata durante la consultazione. Nel progetto preliminare il Consiglio federale aveva tuttavia proposto di riscuotere in futuro l’IVA e l’IFD a tempo indeterminato, ma la maggior parte dei partiti si era dichiarata contraria a questo suggerimento. L’Esecutivo ha quindi optato per una proroga fino al 2035, ossia di quindici anni, come già in uso oggi.