Un vino che può e deve ancora crescere

È ormai tardo pomeriggio quando tutti i giornalisti, chi in bus, chi con mezzi propri si sono spostati da Firenze a San Gimignano, dove è sempre un piacere arrivarci (anche con la pioggia!!) e trovarsi tra il Palazzo Comunale e il Duomo, tra le viuzze strette e le torri svettanti, diventa un’esperienza sempre rinnovabile, emozionale, con tutte le bellezze architettoniche che si possono ammirare all’aperto o nei stupendi palazzi affrescati come in nessuna parte al mondo. Per dirla tutta, la degustazione annuale si svolge in uno scenario unico e il solo poter esserci è una esclusività che si fa fatica a raccontare.

Appuntamento per l’aperitivo e per la cena all’Hotel San Paolo, come tradizione, reso però importante per la consegna del Premio Giulio Gambelli, giunto alla quinta edizione. La cerimonia di premiazione si è svolta alla presenza di Letizia Cesani (presidente del Consorzio), di Carlo Macchi (autore del libro), Stefano Tesi, giornalista e il Sindaco Giacomo Bassi. Vincitore è risultato Sebastian Nasello, enologo dell’azienda Podere Le Ripi di Montalcino della famiglia Illy (la famiglia Illy è anche proprietaria dell’altra azienda il cinese Mastrojanni).

Il riconoscimento creato nel 2012 da ASET (Associazione Stampa Eno-gastro-agro-alimentare Toscana – www.asettoscana.it) ed da IGP (blog “I Giovani Promettenti”) premia l’enologo under 35 il cui lavoro abbia saputo incarnare l'idea di vino del grande maestro del Sangiovese, “bicchierino”, alias Giulio Gambelli (deceduto il 3 Gennaio 2012, all’età di 87 anni): rispetto ed esaltazione delle tipicità di ogni singolo vitigno, delle caratteristiche del territorio e delle peculiarità dell'annata.

Classe 1987, Nasello, dopo la laurea in enologia a Pisa, arriva nel 2009 a Montalcino, con cui stabilisce da subito un legame forte che dura tuttora. Dopo una breve esperienza a Castelgiocondo e a San Filippo, dal 2012 è alla dipendenze del Podere Le Ripi (dove oggi è anche amministratore delegato): è qui che si afferma, dando vita ad un rapporto umano e professionale giovane ma già ricco di riconoscimenti. “Sono molto felice, anche se non amo troppo la mediaticità. Preferisco che siano i miei vini a parlare. Sono contento di poter restituire qualcosa ad un territorio che mi ha dato tutto”, ha dichiarato il vincitore. “Ci tengo però a sottolineare che questo premio non sarebbe stato possibile se non avessi avuto la fortuna di lavorare in un’azienda speciale, dove un grande proprietario, un bel team e vigneti al posto giusto mi permettono di lavorare ad alto livello: voglio condividere questo momento con loro”. Oltre alla targa, grazie al contributo di alcune delle aziende di cui Giulio Gambelli è stato amico e consulente, a Nasello è andato anche un assegno da 1500 euro. Nell’occasione è stato anche presentato il volume: Giulio Gambelli, l’uomo che sapeva ascoltare il vino, edizioni Slow Food Editore, a cura e firma di Carlo Macchi, giornalista e compaesano di Gambelli, con il quale ha condiviso molte esperienze, bicchiere in mano e al naso. Prezzo del libro: € 14,50 – da richiedere a Slow Food, tel: +39. 0172.419.754 editorinfo@slowfood.it


La presentazione dell’anteprima dei vini

L’undicesima edizione dell'Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, organizzata dal Consorzio della Denominazione San Gimignano, ha avuto un’edizione del tutto speciale, in un anno importantissimo per il territorio e tutti i produttori.

Nel 2016 ricorrono, infatti, i cinquant'anni dall'ottenimento della denominazione di origine controllata, che la Vernaccia di San Gimignano ha ottenuto, primo vino italiano, nel 1966. Dalla domenica al mercoledì, nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada trentotto produttori di San Gimignano hanno presentato le nuove annate di Vernaccia di San Gimignano: la 2015 e la 2014 per la tipologia Riserva.

L’annata 2015 ha confermato le ottime aspettative della vendemmia: le uve sane e perfettamente mature hanno prodotto una Vernaccia di San Gimignano profumata, equilibrata e con una bella struttura. L'andamento stagionale del 2015 è stato contraddistinto da temperature molto elevate dal mese di giugno a inizio agosto. Successivamente, alcune piogge abbondanti alternate a giorni di sole e l'elevata escursione termica tra giorno e notte hanno permesso di arrivare al momento della raccolta, iniziato nella seconda decade di settembre, con uve in ottimo stato. Il tempo soleggiato ha permesso alle aziende di completare velocemente e in condizioni ottimali la raccolta.

Gli addetti ai lavori confermano che la vendemmia 2015 per la Vernaccia di san Gimignano è stata tra le più belle degli ultimi anni. A tanta qualità corrisponde una minore quantità: 41.056 gli ettolitri di Vernaccia di San Gimignano prodotti dai 730 ettari di vigneto rivendicati nella vendemmia 2015, circa il 9% in meno rispetto all'annata precedente.

In degustazione, come detto, le Riserve della vendemmia 2014, sono il risultato di un attento lavoro da parte dei produttori: annata non facile caratterizzata da un andamento stagionale fuori della norma con temperature inferiori alla media e precipitazioni al di sopra, che ha richiesto tante attenzioni e cure prima in vigna e poi in cantina. Ma alla fine gli sforzi hanno pagato: le Riserve 2014 si presentano oggi fini ed eleganti, dove prevalgono le caratteristiche minerali del vitigno.


Un giro d’affari di oltre 431 miliardi di euro

L'economia legata alla vitivinicoltura e al suo indotto è una voce molto importante per il territorio di San Gimignano: nel 2015 il giro di affari della produzione vinicola è stimato in 41,5 milioni di euro, di cui 16,5 dalla commercializzazione della Vernaccia di San Gimignano.
L'export della Vernaccia di San Gimignano è pari al 52% del fatturato totale, il principale mercato europeo per la Vernaccia di San Gimignano è stato nel 2015 la Germania, seguito in ordine da Svizzera, Inghilterra, Olanda e Belgio. Ma il mercato più importante in assoluto si è confermato quello americano, dove è andato oltre un milione delle 5,5 milioni di bottiglie prodotte nell'anno.
Sul fronte del mercato interno, il 19,2% della produzione totale del 2015 è stato venduto direttamente dalle aziende ai consumatori finali, mentre il 16,5% è andato agli esercizi commerciali di San Gimignano.
Questo significa che il 35,7% della produzione è stato assorbito dal commercio locale e che poco più del 12% è stato destinato al territorio nazionale.

Per il territorio di San Gimignano anche il turismo del vino è una voce economica importante: gli agriturismi hanno registrato nel 2015 un fatturato di 3 milioni di euro, le sole enoteche di quasi 7 milioni, mentre la ristorazione in genere supera i 24 milioni di euro.


50 anni di D. O. verso il futuro

Dopo queste interessanti premesse passiamo alla giornata dei giornalisti, che per esigenze di spazio sono stati divisi per lingua: italiana e inglese. Per celebrare i 50 anni di denominazione di origine Vernaccia di San Gimignano, l'undicesima edizione del ciclo di degustazioni “Il vino bianco e i suoi territori” riservato alla stampa di settore, ha avuto una forma diversa rispetto alle dieci edizioni che l’hanno preceduta: è stata interamente dedicata alla denominazione del territorio. “Vernaccia di San Gimignano: 50 anni di D.O. verso il futuro”, questo il titolo della degustazione che ha visto dieci etichette di Vernaccia a rappresentare la DOC raccontata da cinque validi ed esperti relatori: Gianni Fabrizio, Ernesto Gentili, Fabio Pracchia, Daniel Thomases e Guido Ricciarelli, giornalisti che vantano una lunga frequentazione con il territorio di San Gimignano, come anche l'enologo Vittorio Fiore e il giornalista Carlo Macchi (che ha fatto da moderatore).

Le dieci etichette di Vernaccia di San Gimignano in degustazione sono state selezionate dai giornalisti che le hanno presentato in Sala Dante. In breve questi i dieci vini: Ab Vinea Doni 2013 (Casale Falchini); Casanuova 2013 (Fontaleoni); Sanice 2012 (Cesani); Fiore 2008 ((Montenidoli); Vernaccia Riserva 2009 (La Lastra); Vernaccia Riserva Vigna ai sassi 2007 (Tenuta Le Calcinaie); Campo della Pieve 2011 (Colombaio di Santa Chiara); Vernaccia Riserva 2008 (Panizzi); Astrea 2012 (Alessandro Tofanari) e Vernaccia 2013 (Cappella Sant'Andrea). Dai dieci calici che avevamo davanti, si è potuto capire come questo grande vino bianco può dare interpretazioni diverse solo ascoltandolo nel tempo. Negli anni, infatti, questo vino matura, si modifica, si autocelebra fino a dare un felice trait-d’union passato-futuro. La sua meravigliosa tenuta nel tempo!


La mia personale degustazione

Sempre nella stessa giornata nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, i trentotto produttori di Vernaccia hanno presentato ai giornalisti le nuove annate di VSG, vendemmia 2015 e l’annata 2014 per la tipologia Riserva.

L’annata 2015 ha confermato le ottime aspettative della vendemmia: uve sane e perfettamente mature che hanno prodotto una VSG profumata, equilibrata, con giusta acidità e bella struttura. Tra i mie vini preferiti quelli di queste aziende: Cappella Sant’Andrea; Vigna Solatio di Casale Falchini; Cesani; Fontaleoni; Il Lebbio; La Lastra; Macinatico; Alata di Rampa di Fugnano; Tenute Le Calcinaie e Lunario di Borgo Tollena. Le Riserve 2014, frutto di un’estate fresca e piovosa, si sono presentate fini ed eleganti con punte erbacee e con le caratteristiche minerali tipiche del vitigno (ma non tutti i produttori hanno saputo interpretare questa vendemmia tra le più criticabili delle ultime dieci).

A mio gusto personale ho trovato interessanti questi vini: Aurea di Cantine Guidi; Le Mandorle di Poggio Alloro; Campo della Pieve di Santa Chiara; Tropie de Il Lebbio; Fiore di Montenidoli; Ostrea di Mormoraia; Vigna Santa Margherita di Panizzi; La Ginestra di Signano e Cusona di Guicciardini Strozzi. Entusiasta di questa edizione Letizia Cesani che ci ha detto: “Il Consorzio mette a disposizione strumenti, momenti didattici, approfondimenti e ricerche scientifiche per la crescita di questa bella signora, ancora un pò bambina. La Vernaccia può e deve ancora crescere, in termini di qualità del prodotto, di promozione territoriale, di capacità imprenditoriali e di remunerazione per i nostri produttori ”.

In chiusura vorrei dire che non possiamo parlare di Vernaccia senza citare l’azienda Montenidoli e la sua proprietaria Maria Elisabetta Fagiuoli, un’azienda nata nel 1984, con terroir ricco di terre bianche con sedimenti marini che poi trasmettono all’uva prima e al vino dopo, quel minerale lasciato dai molluschi e dalle conchiglie che si trovano ogni volta che si smuove il terreno. Il grande Maestro Veronelli ne era “innamorato” e di lei scriveva: “Elisabetta è una metafora della sua terra; ti accoglie, come la sua terra ti accoglie, col sorriso certo della gioia di ospitare; ti espone la sua visione del mondo e ti aggredisce con la stessa forza di questa cultura millenaria e l’accetti, comunque, per l’eleganza dell’eloquio e del gesto; sa essere dura e ferma, controcorrente e solitaria, ma mai sgradevole , mai violenta, con lo stesso portamento che hanno le torri battagliere dei San Gimignano che ha di fronte innestate, per un miracolo dell’uomo, in declivi armonici piantati a vigna e ulivo…”.

di Rocco Lettieri