La trilogia del Barbiere inaugura la stagione 2017-2018 del Grand Théâtre di Ginevra

di Oreste Foppiani

Prima dell’estate, presso l’«opera di campagna» del Grand Théâtre di Ginevra, Tobias Richter, direttore generale del teatro ginevrino, insieme a Lorella Bertani, presidente del consiglio di fondazione del medesimo teatro, e Sami Kanaan, consigliere amministrativo incaricato del settore sport e cultura, hanno presentato di fronte a un folto pubblico di addetti ai lavori, giornalisti e melomani, il programma della stagione 2017-2018.

La nuova stagione verrà inaugurata dalla bella trilogia del Barbiere; cioè, Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini (12, 16, 20 e 24 settembre), Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart (13, 17, 21 e 25 settembre) e Figaro Gets a Divorce di Elena Langer (14, 18, 22 e 26 settembre). Se l’opera rossiniana sarà diretta da Sam Brown e con la bacchetta di Jonathan Nott, quella mozartiana beneficerà della direzione di Tobias Richter e la bacchetta di Marko Letonja. Infine, il debutto a Ginevra della moderna Figaro Gets a Divorce dell’anglo-russa Elena Langer. Quest’ultima, che vanta un dottorato di ricerca della Royal Academy of Music di Londra, l’ha creata per la Welsh National Opera di Cardiff il 21 febbraio 2016 su libretto di David Pountney, che ne è anche il regista. Pountney e Langer raccontano come Susanna, frustrata per il desiderio non condiviso da Figaro di avere dei figli, lascia il famoso barbiere. Ferita per la mancanza d’attenzioni da parte del marito e delusa dal suo atteggiamento maschilista verso di lei, Susanna chiede il divorzio. E’ una commedia agro-dolce piena d’ombra e malinconia. La direzione musicale è assicurata da Justin Brown.
In novembre, ci sarà Fantasio, l’opera comica in tre atti di Jacques Offenbach, diretta da Thomas Jolly e con la bacchetta di Gergely Madaras. Su libretto di Paul de Musset, è tratta dalla pièce eponima del fratello Alfred e narra delle avventure del giovane studente Fantasio che prende il posto del buffone di corte per convincere la principessa Elsbeth a seguire il proprio cuore anziché la ragion di Stato.
In dicembre, inclusa la notte di S. Silvestro, sarà la volta di Der Zigeunerbaron (Le Baron Tzigane) di Johann Strauss figlio, sotto la regia di Christian Räth e con il direttore di orchestra Stefan Blunier. In febbraio, Faust di Charles Gounod, diretto da Georges Lavaudant e con la bacchetta di Jesús López Cobos. A seguire, in febbraio-marzo, Szenen aus Goethes Faust di Robert Schumann sotto la direzione musicale di Peter Schneider. In marzo, ci sarà Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni insieme, come di consueto, ai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
In aprile e maggio, gli appassionati di lirica ginevrini avranno il piacere di vedere King Arthur, or The British Worthy di Henry Purcell, una semi-opera in cinque atti con la bacchetta di Leonardo García Alarcón. In questi tempi di Brexit, è interessante vedere quest’opera che narra della creazione del Regno Unito e della vittoria di Re Artù sui Sassoni, in cui gli ambienti ferico e fantastico si mescolano all’intrigo sentimentale.
Il 27 maggio il maestro Riccardo Muti dirigerà l’Orchestra Sinfonica Vincenzo Bellini.
In giugno, infine, ci sarà il Don Giovanni di Mozart per la regia di David Bösch e con la bacchetta di Stefan Soltesz.
Tra i balletti, si segnalano Callas di Reinhild Hoffmann, Voces di Sara Baras e Vertige Romantique di Andrew Skeels e Natalia Horecna.
Tra i recital, troviamo le esecuzioni di Marie Nicole Lemieux, Willard White, Dorothea Röschmann e Mikhail Petrenko.

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