Rotella e il cinema alla Pinacoteca di Casa Rusca a Locarno fino al 14 agosto

Lasciandosi alle spalle la Galassia Arp, (prima mostra dell’era Rudy Chiappini), che testimoniava l’importanza e la ricchezza del patrimonio artistico di Locarno, e dopo il rilancio di un pittore locale: Felice Filippini, Casa Rusca è approdata nel mare magnum dell’espressione artistica di Mimmo Rotella (7 ottobre 1918, Catanzaro, 8 gennaio 2006, Milano). Con Rotella e il cinema la Pinacoteca si proietta e si colloca su di un piano internazioanale per farsi sempre più un centro d’arte e di cultura.

Mimmo Rotella nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918. Figlio di una modista, dopo la scuola media si trasferisce a Napoli per intraprendere gli studi artistici. Abbandona l'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1941, per un lavoro al ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Ritorna a Napoli nel 1944 per completare i suoi studi all'Accademia, prima di trasferirsi di nuovo a Roma l'anno dopo. È propria a Roma che mettendo da parte gli insegnamenti classici dell’Accademia di Belle Arti concretizza le sue ricerche e le sue scelte per nuove strade espressive. “Ricordo ancora di quando vidi Il grande sonno, ad esempio e altri bellissimi film, mi dicevo: Ecco questa è la vera arte, accanto alla pittura, questa arte!”.

Il ragazzo calabrese, come i siciliani Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini, Salvatore Fiume ed altri dovette salire al nord per realizzare i suoi sogni ed affermarsi. Mentre Quasimodo e Vittorini scelsero la letteratura e Fiume la pittura e la scenografia, Rotella scoprì la Roma del dopoguerra, e il suo fermento cinematografico e fu sedotto dalla settima arte e dai suoi registi.

L’anticonformista Rotella scelse il cinema, quello popolare, quello dei divi e delle star, ma soprattutto i suoi manifesti, sui quali intervenne con strappi per creare una nuova iconografia delle immagini che stupì e sconcertò, soprattutto allora, inizio degli anni ’50, ma che oggi, nell’era delle immagini non è più provocatoria e conserva il suo crisma innovativo.

Al suo ritorno dagli Stati Uniti dopo un soggiorno all’Università di Kansas City, in un clima dinamico concentrato sul dibattito tra astrattismo e arte figurativa Rotella ha quella che definisce un’”illuminazione Zen”, la scoperta del manifesto pubblicitario. Con grande intuizione, Rotella si appropria dei manifesti e dei suo frammenti e così nascono i primi decollage. L’operazione viene così da lui definita “Io incollo i manifesti poi li strappo:nascono forme nuove, imprevedibili. Ho abbandonnato il cavalletto per protesta”.

In questa sua necessità di andare oltre la pittura per conquistare nuovi spazi fisici e mentali Rotella decise di impadronirsi di tutta l’immagine del manifesto, producendo immagini chiaramente leggibili e di tipo figurativo come Ercole (1960), Al Malibran (1962) Marilyn truccata (1963).

Negli anni ’70 lavora sempre attivamente tra l’Europa e gli Stati Uniti a stretto contatto con gli artisti del The Art of Assemblage e New Realist. In seguito accanto alla sperimentazione dei “riporti fotografici” (stampa di fotografie tratte da ritagli di giornali e riviste) e “artypos” o arte tipografica, vi è un ritorno al segno pittorico. Nell’ultimo periodo della sua attività ritorna ai decollage con rinnovata energia, utilizzando i poster di colossal del cinema popolare come: Lassù qualcuno mi ama (2000), Via col vento (2004), Fort Apache (2004).

Rinnova la sua passione per Marylin, l’attrice che ai suoi occhi incarna la potenza seduttiva dell’universo muliebre come in un sogno senza fine: Cinemascope, in Le Marylin di Rotella e Mirabilia Marylin. Si appassiona ai film di Quentin Tarantino e predilige Matrix.


Della mostra Rotella al cinema ne abbiamo parlato con Rudy Chiappini che ne è il creatore e il curatore

Perché Rotella ?
La mostra su Rotella si inserisce nell’operazione di rivalutazione dell’attività espositiva della Pinacoteca di Locarno, con l’obiettivo di tornare a proporre delle iniziative di respiro internazionale come si era fatto in occasione della creazione del Museo alla metà degli anni Ottanta con proposte come Morandi, Jawlensky, Sutherland. Questo discorso è stato recentemente ripreso con iniziative episodiche come quelle legate ad Adami e Botero e ora con la mostra su Rotella e quelle che seguiranno a breve si intendono riproporre esposizioni di portata internazionale , con artisti mai esposti in Svizzera.

La mostra Mimmo Rotella e il cinema è un prodotto per cinefili oppure per il grande pubblico?
“Rotella e il cinema” è una mostra che può essere letta a più livelli: innanzitutto quello artistico attraverso i lavori di uno tra i primi creativi nell’ambito della Pop Art degli anni Sessanta a far uso della tecnica del decollage. Parallelamente nelle opere esposte di può ripercorre la storia del cinema attraverso grandi film e delle star che sono entrate nell’immaginario collettivo della gente. Una rassegna, quindi, che abbina ricerca scientifica e interesse del pubblico.

Nelle icone dei decollage, lei, quale preferisce? e per qual motivo?
Nelle sue opere Rotella ci racconta la seduzione del cinema. Non però quello d’autore ma quello che il pubblico ama e che a sua volta ha plasmato i comportamenti della gente.
Le pellicole che sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo, da Via col Vento a Cleopatra, da La magnifica preda a Lolita, da La dolce vita a Divorzio all’italiana, da Qualcuno volò sul nido del cuculo a Matrix. E poi i grandi attori, i divi del cinema i “duri” come John Wayne e Gary Cooper e Paul Newman, la magica coppia del cinema italiano Sophia Loren e Marcello Mastroianni, autentiche star come Liz Taylor. Anita Ekberg, Gregory Peck e Jack Nicholson, fino alla divina Marylin, icona prediletta di Rotella.
In altre parole, pellicole e attori che nel corso dei decenni hanno stregato e ammaliato milioni di spettatori.

Come pensa che sarà accolta Mimmo Rotella e il cinema tra gli addetti ai lavori che frequentano il Festival ?
Credo che per molti si tratterà di una piacevole sorpresa. Se infatti l’attenzione di Rotella per il cinema è nota, quella di Locarno è la più importante e completa rassegna specificamente dedicata a questo fondamentale aspetto dell’opera del Maestro. Per la prima volta si affronta la sua produzione legata al cinema a partire dal 1960 fino al 2004, ovvero lungo tutto il percorso artistico di Rotella. Inoltre vengono presentate tutte le tecniche da lui usate: oltre al decollage abbiamo infatti gli artypo, i riporti fotografici e le sovrapitture.


di Augusto Orsi

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