The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains

Nel prestigioso Victoria and Albert Museum di Londra un’emozionante esposizione multimediale dedicata ai 50 anni di attività artistica del mitico gruppo rock inglese

di Franca Antognini


Esistono le macchine del tempo: eccome se esistono … in particolare una ha aperto le porte al pubblico il 13 maggio scorso e le terrà aperte sino al 1° ottobre 2017, al prestigioso Victoria and Albert Museum di Londra, con “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains”.
Si tratta di un’emozionante esposizione multimediale dedicata ai 50 anni di attività artistica del mitico gruppo rock inglese. Molto attesa dai fans di tutto il mondo e fedele alla vocazione dei Pink Floyd, la mostra si distingue per l’alto livello della tecnologia audio e video (Il suono è firmato Sennheiser).
All’ingresso, il visitatore viene dotato di cuffie e di un lettore che si sintonizzerà immediatamente con il contenuto audio di ogni singolo segmento della mostra. Varcando la soglia dell’esposizione ci si trova improvvisamente catapultati nella metà degli anni 60, in ambiente psichedelico. Si entra nella gigantesca riproduzione del furgone Bedford nero e bianco, utilizzato dalla band ai suoi esordi, da qui dipartono delle strisce che avvolgono tutta la sala in un vortice compresa anche una tipica cabina telefonica londinese. Il vortice converge in un video in bianco e nero di Alice nel paese delle meraviglie. Il visitatore indossando le cuffie viene accompagnato passo dopo passo dalle musiche e dalle testimonianze del gruppo dei Pink Floyd formato originariamente da David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e Syd Barrett.
Ogni sala segna in modo cronologico una tappa importante della band grazie alla presenza di materiale audiovisivo e di performance scenografiche sulla scia della continua ricerca delle relazioni tra musica, arte, design e tecnologia. Senza dubbio, il fatto che i quattro “boys” abbiano seguito dei corsi universitari al politecnico, ha influito nell’evoluzione artistica musicale del gruppo: per i quali produrre musica equivaleva a confrontarsi costantemente con le avanguardie artistiche e tecnologiche di quel tempo. Ecco quindi, a cavallo degli anni 60-70, le prime sperimentazioni sugli strumenti elettronici e sulle ambientazioni (molto bello è il video delle registrazioni del film Pink Floyd Live at Pompeii, 1972).
Con la pubblicazione della suite orchestrale, Atom Heart Mother, si individua un punto di svolta nel percorso artistico dei Pink Floyd, che con questo lavoro abbandonano la musica psichedelica per avvicinarsi al rock progressivo. Si passa alla sperimentazione: dagli strumenti “classici” come la chitarra acustica, alla chitarra elettrica, dalle tastiere ai sintetizzatori, dall’immagine evocativa alla video arte, influenzata dalla pop art (molto suggestivi i video a fumetti realizzati da Hipgnosis per i tour della band).
Con il passare degli anni, la musica prodotta dal gruppo diventa” concettuale”, ossia una riflessione filosofica sulla condizione umana. In una sala tutta buia ecco ruotare accompagnato dalla musica, in maniera quasi tridimensionale, il prisma simbolo di The Dark Side of the Moon (1973), album che denuncia il lato oscuro dell’umanità e che consacra al successo mondiale i Pink Floyd.
Una gradevole pausa musicale è data dall’esecuzione della dolcissima Wish You Were Here (1975) dell’omonimo album dedicato all’ex membro del gruppo: Syd Barret. Particolarmente suggestivi sono i quaderni delle bozze dei testi e delle musiche dei grandi capolavori scritti dalla band, le foto dei backstage, come pure i riferimenti alle collaborazioni con grandi tecnici del suono, oppure con grandi grafici quali Storm Thorgerson: le testimonianze video degli sforzi di quest’ultimi per riuscire a tradurre in suono ed immagine il concetto espresso musicalmente dai Pink Floyd sono emozionanti. La nascita di un album era la sinergia di molteplici professionisti, una sfida continua ad addentrarsi in contesti non ancora esplorati dove niente era lasciato al caso.
Un’intera sala è dedicata agli strumenti e all’amplificazione: ci si può destreggiare con un mixer, divertendosi ad isolare gli strumenti o le voci di un brano musicale. Suggestiva è la sala dedicata all’album Animals (1973) che richiama il tema orwelliano de La fattoria degli animali, album diventato famoso anche per il Floating Pig, ossia il gigantesco maiale volante appeso dai Pink Floyd alle torri della centrale elettrica di Battersea, alla periferia di Londra. L’immagine diventata icona dell’album è ricostruita in una delle ultime sale dell’esposizione.
Gli spazi della mostra diventano via via più scenografici in relazione agli ultimi capolavori dei Pink Floyd: The Wall, The Final Cut, A Momentary Lapse of Reason. Effettivamente, la scenografia dei concerti si fa sempre più sofisticata con l’ausilio di elementi scenici mai visti e con l’utilizzo di una regia luci tra cui quelle laser. Lungo il percorso si trovano rispettivamente: i blocchi del muro della scenografia di The Wall, i pupazzi gonfiabili che riproducono i personaggi mitici del film, uno dei 450 letti posti in riva al mare per la realizzazione della copertina di A Momentary Lapse of Reason, così come la riproduzione dello schermo rotondo roteante usato per gli ultimi concerti.
L’esposizione termina in un momento epico: ci si trova immersi a 360 gradi nell’ultima esibizione dei Pink Floyd, Live 8, del luglio del 2005 ad Hyde Park. Sembra proprio di essere lì, tra il pubblico ad emozionarsi, mentre i mitici Pink Floyd suonano per l’ultima volta insieme la stupenda Confortably Numb tratta da The Wall.
Ecco il senso di questa esposizione: riportare alla memoria collettiva la bellezza e la profondità della ricerca artistica dei Pink Floyd e dimostrare ai giovani il potere della creatività. La band londinese ha collaborato attivamente alla realizzazione di questo progetto che è stato reso possibile grazie al lavoro delle prestigiose case Hipgnosis (grafica e design), Stufish (architetti scenici) e Sennheiser (sistemi audio), storicamente già legate in passato alla rock band.
Difficilmente esiste un luogo più bello per risvegliare la memoria se non quello del suggestivo V&A Museum di Londra, dove l’arte antica, moderna e contemporanea convivono sotto lo stesso tetto.


The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains
Dal 13 maggio al 1. ottobre 2017
Victoria and Albert Museum (V&A), Cromwell Road, South Kensington, Londra SW7 2RL
Orari d’apertura : tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.45 (il venerdì dalle 10.00 alle 22.00)
Biglietti : è consigliabile la prenotazione on line (vam.ac.uk/pinkfloyd) per il giorno e l’orario

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