Trionfano i sapori del territorio

di Rocco Lettieri

La città di Marsala ha ospitato la prima edizione di Wineup Expò 2017, con un ricco programma con l’obiettivo di valorizzare la cultura del vino e del buon cibo, far conoscere il patrimonio archeologico di Marsala, mettere in relazione imprese, competenze e forme di intrattenimento nell’ambito di un evento che ha coinvolto visitatori, operatori professionali e una selezionata stampa di settore. Un programma ricco di iniziative che ha visto il suo quartier generale nella centralissima Piazza della Vittoria. Qui è stato possibile visitare le venti aziende che hanno creduto nel progetto di promozione organizzato dalla Sicilia Pro Events e degustare le eccellenti produzioni enologiche.


In prima linea le storiche cantine Florio che insieme alle Cantine Fina, Mothia e De Bartoli hanno ospitato, anche, le cene per il concorso gastronomico La Medusa. A far conoscere i propri prodotti ai visitatori sono state le cantine: Petrosino, Anabasis, Baglio Aimone, Alcesti, Arini, Mannirà Bio, Mandirà, Solidea, Intorcia, Galfano, Centonze, Musita, Colomba Bianca, Vallovin, Viteadovest e Murana. Le loro etichette sono state degustate dai critici enologici nell’ambito del 1° Grand Prix Venere Callipigia, nei locali del Museo della Nave Punica.

Territori a confronto fra tradizione, creatività e buona musica
Wineup ha rappresentato occasione di incontro fra le due realtà enologiche più importanti della Sicilia, come il territorio trapanese e quello catanese. Per quanto riguarda i piatti, le proposte dei dodici chef in gara hanno visto disputare una difficile gara, tra tradizione e creatività. Ad aggiudicarsi i primi posti delle 4 categorie sono stati: la “vellutata nero di seppia” dello Chef Gianfranco Conticelli, ristorante Biscione (antipasto); le “cassatelle di ricotta e tenerumi” dello chef Nino D’ambrogio, agriturismo Vultaggio (primo); “gambero rosso con macco aromatizzato con Amaro21” dello chef Vincenzo Parisi, ristorante Papillarium (secondo); “la tipica Cassata siciliana” dello chef Ignazio Pace del Ristorante Millenium (dessert).
Wineup expò ha rappresentato una ulteriore scoperta del territorio e delle innovazioni dell’agroalimentare per i giornalisti presenti, che hanno partecipato ad un informale confronto e hanno raccontato l’evento sul palco nel preserale talk show, che ha aperto le serate di spettacolo che ha visto il momento clou con il concerto dei Dire Straits Legacy e con la musica di Gabriele di Pietra, considerato uno dei dieci liutisti italiani più accreditati.

Le visite in cantina
Interessanti sono state le visite alle aziende vitivinicole marsalesi in programma. Si è cominciato con l’azienda Alcesti (www.alcesti.it) di Gianfranco Paladino, 35 ettari, 500mila bottiglie. L’azienda si trova nel territorio che si estende tra Marsala, Mazara e Salemi. Altitudine variabile compresa tra i 100 e 280 m s.l.m. Vigneti ereditati dai padri, che esprimono il terroir tipico siciliano. La cantina è nuova e i vini prodotti sono realizzati nel rispetto dell’ambiente e nella ricerca dell’eccellenza. Ottimo il Brut 2010 e i tre bianchi da uve Catarratto, Grillo e Zibibbo. Interessante il Frappato e il Narché (Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon).
Seconda visita all’azienda Mothia, cantina storica fondate dalla famiglia Bonomo all’interno di un baglio dell’Ottocento, di fronte a Mothia, l’isola che ha vissuto il passato glorioso della civiltà fenicia e dall’incantevole scenario delle saline di Ettore e Infersa. Grazie alla posizione strategica e all’architettura del baglio, le Cantine (www.cantine-mothia.com) si prestano ad accogliere gruppi turistici, anche numerosi, offrendo una visita aziendale piacevole ed interessante, con la possibilità di degustare degli ottimi vini, sia bianchi e rossi, come quelli da dessert e liquorosi. Ma l’autentico tesoro delle Cantine Mothia è Stella Fenicia: una riserva con oltre 40 anni di invecchiamento in botti di rovere con metodo Soleras. Un vino da meditazione che incarna oggi l’antico Perpetuum.
Terza visita alla Cantine Fina (www.cantinefina.it) trent’anni di accurate ricerche per produrre vini da inserire in mercati sempre più esigenti. Bruno Fina è il patron, coadiuvato dai figli Federica (enologa), Marco e Sergio. L’azienda muove i primi passi nel mercato del vino agli inizi del 2005, con dodici etichette e 250.000 bottiglie. La superficie vitata si estende per 380 ettari nelle provincie di Trapani, Agrigento, Palermo. La cantina, un affascinante baglio di stile arabo siciliano, dispone di ampi spazi termocondizionati e di una barricaia per 2000 fusti di rovere. Di prossima apertura è una struttura destinata alla ricettività turistica. Fra i vini in produzione: da ricordare le selezioni “Bausa”, “Caro Maestro” (dedicato a Tachis) e la vendemmia tardiva “El Aziz”. Il loro bianco Kiké ha ottenuto la Gran Medaglia d’Oro al Concorso Mondiale di Bruxelles svoltosi a Valladolid in Spagna, dov’era presente anche chi scrive.

La rivoluzione del marsala
Quarta visita (spettacolare) alla Cantina Marco De Bartoli (www.marcodebartoli.com) il famoso produttore di Marsala Vecchio Samperi che ha rivoluzionato questo mondo che stava perdendo tutto il fascino dei 150 anni. Marco ha lasciato l’eredità ai 3 figli che continuano a produrre eccellenze sia in Sicilia che a Pantelleria. Marco era un amico di vecchia data. Lo presento con un brano tratto da I vignaioli storici (di Luigi Veronelli) per Mediolanum Editori Associati, Milano: “Marco De Bartoli ha l’irruenza solare della sua terra: quando lo incontri vorrebbe raccontarti tutto in pochi minuti, e farti assaggiare tutto, spiegarti la sua gioia e la sua soddisfazione per giudizi positivi al suo vino e insieme vorrebbe esprimerti la sua rabbia per come viene considerato il vino del Sud e si fa meridionalista, e poi, all’improvviso, s’adombra contro gli uomini della sua stessa terra che hanno trasformato il nome marsala, per decenni, in una parola quasi volgare. Ha le lacrime agli occhi quando parla del degrado della sua Sicilia, si accende di furore; ma si distende subito, nei suoi mille progetti quando il bicchiere si accosta alle labbra. Il “Vecchio Samperi” è un vino che non ha nulla cui poterglisi paragonare. Unico, arrogante, potente, spavaldo, ma senza disarmonia, irripetibile. Ed è questo vino – per fortunissima avventura non si poteva chiamare Marsala perché non è fortificato come il disciplinare del Marsala Vergine prevede – che lo ha portato sulla scena dei grandi ove subito ha avuto il ruolo del protagonista. L’azienda è a dodici chilometri da Marsala, in quella terra di Sicilia che è grande in ogni sua manifestazione, nel bene e nel male; terra dura di uomini duri, di famiglie assestate sul territorio. Marco De Bartoli ha i segni guasconi della volontà di vincere su tutti i fronti e ha vinto, con la tenace, caparbia convinzione di essere nel giusto, e per dimostrarlo parla molto come si usa in Sicilia, non per raccontarsi, ma per permettermi di bere: è lì la sua prova più grande. Oggi ha famiglia di cui è fiero: Renato e Sebastiano, figli, e Josephine, l’ultima nata, porta il nome della nonna di origine francese”.
La cantina in contrada Samperi, a circa 14 km da Marsala, è aperta tutto l’anno, a eccezione dei weekend e dei giorni festivi, e accoglie appassionati provenienti da ogni parte del mondo.

I tini maestosi e le armi donate da Garibaldi
Ultima visita alle famose Cantine Florio, oggi entrate Corvo Duca Salvaparuta, costruite nel 1832 da Vincenzo Florio, un luogo in cui è possibile non solo fare un tuffo nella storia, ma anche entrare in un mondo artigianale e contemporaneo dall’anima intensa, insolita e preziosa, dove tradizione e innovazione si fondono creando una realtà dal fascino unico. Lo storico Baglio, affacciato sul mare, accoglie il visitatore con i suoi rigogliosi giardini mediterranei ricchi di luce e di colori. Le Cantine, con il caratteristico pavimento in battuto di tufo (accettato dalle ASL italiane) e le imponenti navate a sesto acuto, custodiscono nelle storiche botti i pregiati vini Florio, che trovano qui la perfezione del tempo e dell’attesa.
“Un mondo da scoprire grazie anche alla Sala di Degustazione Donna Franca Florio, una Sala innovativa creata per offrire allo spettatore una suggestione attraverso i profumi e i sapori dei vini Florio, e alla nuovissima Enoteca Florio” – ci racconta la responsabile Hospitality Maria Elena Bello -. La visita guidata alle storiche Cantine Florio inizia dai maestosi tini giganti, otto esemplari unici costruiti alla fine dell’800 e ancora utilizzati per l’affinamento del marsala. Superati i grandi tini si accede direttamente alla Sala Garibaldi, uno spazio ampio che si apre per accogliere il visitatore e da cui è possibile cogliere un primo scorcio delle affascinanti bottaie. Qui si possono ammirare le armi donate da Giuseppe Garibaldi a Vincenzo Florio, per ringraziarlo della lealtà dimostratagli nel 1860, e da qui si procede attraverso le Sale Florio ed Ingham-Woodhouse per scoprire finalmente le bottaie. Luoghi affascinanti, lunghe 165 metri intervallate da ben 104 arcate, sotto cui si allineano 1.400 caratelli e circa 600 fra botti e tini di diversa capacità. Varcando la soglia delle sale storiche si accede alla Cantina vera e propria, un ambiente suggestivo e magico in cui vengono custoditi, nel silenzio e nella tranquilla immobilità, circa 5.500.000 litri di marsala. La visita in cantina si conclude all’interno dell’Enoteca Florio, uno store avanguardistico e unico in Italia, che accoglie tutti i vini Duca di Salaparuta, Corvo e Florio, oltre ad una selezione di eccellenze dell’artigianato e dei prodotti tipici siciliani.

Visita alla Pellegrino di Marsala
Una realtà tra le importanti della Sicilia per storia e per importanza dei suoi vini nel mondo. Il loro depliant condensa la storia meglio di ogni altro scritto.
“Dal 1880 coltiviamo le migliori uve siciliane, rappresentando oggi una realtà di grande tradizione nell’isola. La famiglia ha sempre gestito le attività in vigna ed in cantina, e ancora oggi, alla settima generazione, è quotidianamente coinvolta nella gestione aziendale. Una lunga storia di famiglia fatta di rispetto, cura, amore e dedizione, di valori tramandati di padre in figlio, che oggi la rendono una delle più grandi famiglie del vino siciliano. Siamo nella provincia di Trapani, l’area con la più elevata superficie vitata d’Italia, da sempre vocata alla coltivazione di vitigni autoctoni siciliani. Qui la luce intensa, il clima secco e asciutto, i terreni freschi, i venti provenienti da sud, le forti escursioni termiche, creano le condizioni ideali per la produzione di vini di qualità. Da sempre in questi territori si coltivano i vitigni siciliani più tradizionali: Grillo, Insolia, Catarratto, Zibibbo, Malvasia, Nero d’Avola, Frappato, qui da sempre utilizzati per la produzione di grandi vini. Produciamo un’ampia varietà di vini siciliani. Vini bianchi e rossi, espressione autentica del territorio d’origine, moscati e passiti di Pantelleria, vini liquorosi e marsala nelle loro diverse varianti. Coltiviamo le nostre uve in quattro Tenute di proprietà, con vocazioni diverse: Gazzerotta, altopiano ventoso, è ideale per il Nero d’Avola. Kelbi, giardino rigoglioso, ha il miglior microclima per il Catarratto. Rinazzo, aspro e desertico, dove il Syrah cresce vigoroso. Salinaro, i cui vigneti di Grillo sulla costa godono delle fresche brezze marine. Oltre ai vini da Tenuta, produciamo un’ampia varietà di vini più classici dalle uve più tradizionali e bianchi aromatici, espressione autentica del loro territorio d’origine. Nelle cantine storiche di Marsala, dopo lunghi anni di affinamento in botti di rovere, nascono i nostri grandi vini da fine pasto e da meditazione, nelle loro diverse varianti. l marsala Superiore Oro e Rubino, il Riserva Ambra, il Vergine, il Soleras e i vini liquorosi siciliani biologici da uve zibibbo e malvasia”. Le cantine sono aperte anche alle visite private. (www.carlopellegrino.it).

Il credo di Francesco
Un’ultima segnalazione è doverosa.
Non per visita in cantina ma tra gli espositori, Chi voleva sapere tutto sul MARSALA, quello vero di una volta, ne aveva la possibilità allo stand Heritage di Francesco Intorcia. Spettacolare degustazione (anche se con bicchieri poco confacenti) di Marsala millesimati quali: Marsala Riserva Vergine 1980 (tino n. 1); Marsala Riserva Superiore Ambra Dolce 1980 (tino n. 2); Marsala Superiore Ambra Semisecco Vintage 1994 (tino n.5); Marsala Vergine Secco Vintage 2004 (tino n. 8); Marsala Superiore Ambra Dolce 2004 (tino n. 9); Marsala Riserva Superiore Oro 2012 (tino n. 19).
Il credo di Francesco: “La mia eredità, l’eredità della nostra famiglia. Entrare nelle nostre cantine e poter scegliere è facile, chiamatela fortuna, ma se tutto ciò esiste è perché la nostra famiglia ha creduto nel Marsala, custodendolo come un tesoro di inestimabile valore”. Nel 2010 con il padre Antonio si decide di mettere in bottiglia le prime Riserve Intorcia di terza generazione. Lasciò scegliere a lui i tini: e così la scelta cadde sulla vendemmia 1980 nelle tre tipologie Vergine, Dolce e Semisecco. Complessità, mineralità e acidità sorprendenti. Bella esperienza. (www.heritagewines.it).
La giornata conclusiva è stata dedicata al mondo dei motori e delle Classic Cars con il Race in Sicily. Emozionante il rombo dei motori dell’auto di Marco De Bartoli (il famoso produttore di Marsala), per celebrare il 2° memorial in suo onore. Di certo si farà una seconda edizione più allargata sul territorio.